Apprendiamo dalla stampa locale della sentenza di appello riguardante l'"Area Feste" e, sconcertati, veniamo a conoscenza che la somma da riconoscere alle controparti ammonta a 550.000 euro. Cinquecentocinquantamila, nientepopodimeno!
Una cifra ingentissima, letteralmente dilapidata per la testardaggine di qualcuno che contro ogni evidenza e presupposto giuridico ha voluto adire le vie legali prima e resistere poi in giudizio, ignorando una proposta di conciliazione per un importo di circa la metà.
Un azzardo, meglio, una follia a ben considerare le possibili conseguenze pecuniarie al termine definitivo della vertenza, nel malaugurato caso di soccombenza, com'è puntualmente avvenuto. Senza aggiungere 14.000€ per spese extraprocessuali e senza contare alcune altre decine di migliaia di euro riconosciute al legale incaricato dal Comune per rappresentarlo in giudizio.
Comunque si voglia valutare la questione, l'operato dell'Amministrazione è stato quanto meno scriteriato.
Noi di SdS ne abbiamo già raccontato i tristi percorsi nei post pubblicati il 15-11-2017 e il 20-6-2018 sul nostro blog.
Veniamo rassicurati dall'assessore al bilancio, come la somma sia già stata prudentemente, ma anche doverosamente accantonata. Vedremo presto se questo corrisponde al vero.
Ma a fronte dell'isolata esternazione dell'assessore Alì, la Giunta, cioè gli assessori Manes e Chiesa e l'evanescente Rossi - oltre il superficiale Cipriani- non ha ancora commentato la sentenza. Imbarazzo? Impreparazione? Inesperienza? Certamente un po' di tutto questo.
Cosa si aspettavano? Squilli di trombe ed introiti straordinari dalla richiesta di risarcimento danni?
Dov'è finita la spavalda sicurezza nelle proprie ragioni, quell'ostentata superiorità nelle dichiarazioni a suo tempo rilasciate a giustificazione dell'appello?
Troppe prove di palese incapacità, di allergia ad una normale condivisione, o una ricerca di democratico confronto.
Di fronte a tutto questo, raccogliamo però l'accorato invito del novello predicatore Cipriani di alzarci dal divano e di andare in Municipio e scrivere, finalmente, non il programma, quanto piuttosto la parola fine. Tutti a casa signori. Troppa supponenza e troppa inettitudine che sommati danno solo origine a danni.
A forza di nascondere sotto il tappeto (o sotto al famoso divano) le sue cialtronesche scelte, le rimane solo la possibilità di chiedere scusa a tutti i Cittadini e togliere il disturbo.
SI VERGOGNI E SI DIMETTA... SUBITO!
Ps. Ci aspettiamo come al solito altisonanti comunicati esplicativi; purtroppo temiamo non verranno mai scritti per la semplice ragione che l'intero caso non è ancora stato "compreso", da nessuno di loro, come ha ben dimostrato la pubblica assemblea tenutasi tempo fa sulla "faccenda".
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