Riprendiamo, nella titolazione e, non casualmente, un programma televisivo trasmesso a cavallo degli anni 60/70 perché capita giustappunto a "fagiolo" per definire quello a cui stiamo assistendo in riferimento alla sentenza sfavorevole dell'Area Feste.
Per chi non l'ha mai visto, per ragioni anagrafiche, era un programma che proiettava film umoristici del periodo muto.
Quali sono le analogie? Presto detto.
La sentenza è stata depositata il 21 gennaio, quindi ragionevolmente già pervenuta al Comune e dunque "disponibile".
Di questo "corpo del reato" pare non esserci traccia o per lo meno è irreperibile per chi naviga, a vista, sull'Albo Pretorio; preferibile, comunque ed in ogni caso e a qualsiasi costo, non renderla di pubblico dominio.
Di questo "corpo del reato" pare non esserci traccia o per lo meno è irreperibile per chi naviga, a vista, sull'Albo Pretorio; preferibile, comunque ed in ogni caso e a qualsiasi costo, non renderla di pubblico dominio.
Il mistero si infittisce perché ufficialmente non ci sono comunicati stampa dell'Amministrazione grillina, solo una dichiarazione scarnissima rilasciata dall'Assessore al Bilancio nella quale si omette l'entità della somma da riconoscere alla controparte legale, mentre curiosamente si precisa l'importo delle spese stragiudiziale, ovviamente aggiuntive, di 14.000 euro.
Ma cosa ancor più singolare, non sono state affidate a canali istituzionali, le interpretazioni avanzate dalla Giunta, a giustificazione della debacle giudiziaria.
In primis, e te pareva, è colpa di qualcun altro. Nella fattispecie dell'allora Responsabile dell'Ufficio Tecnico che non ha prontamente contestato la difformità tra i lavori previsti in progetto e quanto realizzato.
Ma è proprio qui il nocciolo del problema ed è la ragione per la quale mancavano i principi fondanti di un ricorso per una azione legale. Supposto ci fosse, seppur un minutissimo spiraglio, all'esito negativo della prima sentenza, prudenza e buon senso avrebbe dovuto indurre tutti ad una più ragionevole e pragmatica condotta, per quanto ad obtorto collo.
Al contrario la solita supponenza ha preso, come di consueto, il sopravvento, con un finale prevedibile se non scontato.
Pur vero che l'azione legale è stata promossa dai Commissari, ma è altrettanto vero che è stata continuata, ostinatamente, da Voi, senza assennatamente valutare altre ipotesi per risolvere il contenzioso.
Osserviamo, ancora una volta come questa Amministrazione non conosce di certo cosa significhi correttezza e responsabilità, per quanto ripeta spesso questi vocaboli con disinvoltura e a vanvera.
Prendetevi, anzi rivendicate le vostre. colpe perché sono tali, senza piagnistei puerili, senza additare qualcun altro quale fantomatico responsabile delle vs. deliberate e scellerate scelte.
Quanto poi all'opposizione, nessuna richiesta di chiarimento, nessuna pretesa di prendere visione della sentenza. Dissolta, volatilizzata. Una mutazione genetica, scientificamente non ancora diagnosticata, l'ha resa invisibile.
Nessunissima flebile voce di protesta, ne una reazione, una lagnanza. Niente.
Prima se ne vanno sia questi superlativi amministratori che tutti i consiglieri di opposizione tanto meglio sarà per tutti.
Tanto gli uni che gli altri, sono inutili e dispendiosi.
Quanto all'invito di Cipriani di "studiare" le carte, rispondiamo che sarebbe il caso lo facesse lui, perché è indiscutibile che su questa vicenda, come per altre, non abbia ancora compreso granché. Anzi quasi niente.
Innanzitutto la renda fruibile, non è coperta dal segreto di stato, piuttosto dalla paura che le motivazioni mettano in ridicolo la Cipriani & C.
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