mercoledì 19 giugno 2019

Sfiducia : la scena muta di Rossi

Chi era presente alla seduta del Consiglio Comunale del 18 giugno, convocato altresì fuori tempo massimo, con all'ordine del giorno la richiesta di dimissioni del vice sindaco Rossi sarà rimasto esterrefatto dall'appassionata, veemente ed emotiva difesa, a salvaguardia della propria onorabilità, da parte dell'interessato. Un infervorato Rossi che spiega e giustifica in modo coerente il suo comportamento e/o che smentisce, a muso duro, le illazioni sull'uso improprio e disinvolto del pass disabili, esposto, probabilmente, più frequentemente di quante sia stato inequivocabilmente comprovato.
Naturalmente scherziamo, anche se l'argomento non lo è.

Una minimale difesa, seppur impacciata e maldestra non c'è stata. Giustificazioni plausibili sul perché la sua autovettura, con l'ormai celeberrimo pass disabili esposto in bella vista, si trovasse, guarda caso, in prossimità di una fermata della metropolitana milanese, la solita, nessuna. Ne ci risulta abbia provveduto a querelare giornali o chi, sui social, ha avanzato perplessità e domande (anche severe) sul suo operato e sulle sue abitudini. Quindi nessuna smentita. E questo se non è una prova di certo non depone a sua discolpa. Ma siamo sinceri, ci aspettavamo altro? Qualcosa che si coniugasse con dignità, onestà, correttezza, etica o qualcosa di simile? Noi sicuramente no. 

Insomma una teatrale e sconcertante scena muta. Dunque Rossi nella sede più opportuna per dimostrare la sua integerrima condotta, dopo aver rilasciato dichiarazioni (barzellette) alla stampa, opta per un mutismo "sconvolgente" cestinando così la sua reputazione, anzi affidandola alla dichiarazione di voto dei 5 Stelle che definire grottesca e ridicola è un eufemismo.
Una vergognosa censura va indirizzata al sig. Mella che non ha mancato di offendere un consigliere di minoranza con un epiteto degno di querela: d’altronde, da queste persone non ci si può aspettare altro…

Bene ci atterremo, nostro malgrado e contro ogni evidenza, alla versione fornita e suffragata da incontestabili prove, in ordine, da: Rossi. Cipriani e da tutti i consiglieri 5 stelle, cioè che in quelle date Rossi ha accompagnato la madre, per visite mediche o altre sacrosante ragioni a Milano, parcheggiando l'auto in prossimità della metropolitana e dopo averla caricata sulle sue robuste spalle, l'ha scorrazzata per la città, come si conviene e ci si aspetta da un figlio riconoscente e devoto. 
Beh, non ce ne vogliano, ma questa proprio non la digeriamo, troppo grossa e spinosa da deglutire. 

Quel che emerge da questa vicenda è che si è disposti a tutto, ma proprio a tutto per difendere la "cadrega" e del politicamente nuovo e soprattutto diverso, nessuna menzione, per quanto postuma. Tutt'altro: il vecchio rivisto in versione rivoltante.
Un buco profondissimo, una voragine democratica nella quale gettare ogni residua credibilità non solo personale, ma anche politica, propria e dei propri sodali.
Tutto comunque previsto e come da copione. Un lieto fine scontato e una ripugnante relazione amorosa con il potere confermata. Fino alla fine e oltre. 

L'afonia inaspettata di Rossi è stata (parrebbe) imposta a tutti i consiglieri stellati  che obbedienti, disciplinati e senza alcun imbarazzo hanno fedelmente ottemperato alla disposizione impartita dallo stesso vice sindaco. Così come d'altra parte è sempre accaduto. Comparse, semplici e  unicamente comparse con un meccanismo incorporato per alzare la manina, a comando. Autonomia decisionale personale azzerata. Manichini non di celluloide ma in carne ed ossa, affidabili e a costo zero, stante la rinuncia al "lauto" gettone.       
La porta dell'inferno, la voragine di fuoco del Turkmenistan è meno spaventevole. 


PS. Nel frattempo, attendiamo sempre le dimissioni spontanee del vice sindaco furbetto (detto anche il "signore dei parcheggi"/ "boss dei matrimoni").

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