Ci sono molte leggende e racconti che circolano in merito a questa data; quello più accreditato, è che si ricorda in quella data la morte di più di un centinaio di donne, avvenuta in un incendio in una fabbrica di New York. Ma la storia non dice proprio questo. In effetti, l'incendio in cui perirono le operaie ci fu davvero, ma accadde il 12 marzo e soprattutto molto tempo dopo che già si celebrava la Giornata della Donna.
Questa giornata celebrativa, nacque negli Stati Uniti, come "Woman's Day", il 3 maggio 1908, quando ad una delle conferenze del partito socialista di Chicago, alle quali furono invitate a partecipare anche le donne, in mancanza dell'oratore ufficiale, prese la parola la socialista Corinne Brown, ferma sostenitrice dei diritti delle donne e per la loro liberazione.
Durante il suo intervento alla conferenza, Corinne Brown affrontò l’argomento dello sfruttamento, da parte dei datori di lavoro delle operaie, che tra l'altro, ricevevano un salario bassissimo, diverso dagli uomini e avevano un orario di lavoro quasi intollerabile. Affrontò anche il problema delle discriminazioni sessuali nei confronti della donna e dell'estensione, anche alle donne, del diritto di voto. La conferenza non ebbe un effetto immediato, ma in seguito, il Partito socialista americano, decise di riservare l’ultima domenica di febbraio del 1909 per organizzare una manifestazione in favore del diritto di voto femminile.
La prima giornata della donna fu quindi celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti.
La vera svolta si ebbe però nel 1910, quando un lungo sciopero di 20.000 operaie di New York, durato tre mesi, dal novembre 1908 al febbraio 1909, venne considerato dal Partito socialista, come la manifestazione che difendeva in pieno i diritti delle donne.
E’ proprio per questo motivo che, alla Conferenza Internazionale delle Donne socialiste, che si svolse a Copenaghen nel 1910, si decise di istituire in tutto il mondo, una giornata che fosse dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Negli Stati Uniti questa ricorrenza, continuò a tenersi alla fine di febbraio, mentre in paesi come Germania, Austria, Svizzera, Danimarca, la prima Giornata della donna fu tenuta il 19 marzo del 1911.
La celebrazione della Giornata della donna fu interrotta durante la Prima Guerra Mondiale, per ovvi motivi, ma quando l'8 marzo 1917 a San Pietroburgo, le donne russe si unirono in una grande manifestazione nella capitale, per rivendicare la fine della guerra, questo incoraggiò il popolo alle successive manifestazioni che portarono alla rivoluzione, che poco dopo provocò il crollo dello Zar.
L'8 marzo 1917 quindi, è rimasto come il giorno in cui, grazie alle donne russe, ebbe inizio la Rivoluzione Russa.
Per questo motivo nel 1921, la Seconda Internazionale delle donne comuniste, fissò come data celebrativa per la Giornata della donna, l'8 marzo.
In Italia per la prima volta la Giornata della donna fu celebrata nel 1922.
L'8 marzo quindi, ha un significato ben diverso da quello che il consumismo moderno ha voluto imprimergli, le connotazioni attuali di questa data sono: i festeggiamenti, il regalare mimose o fiori, cene tra donne, a volte corredati da spettacoli trasgressivi. In questa data oggi le donne escono, si divertono, festeggiano l'essere donna, senza neanche sapere il perché lo fanno, si dà per scontato che ci debba essere una festa, senza chiedersi il perché si celebrano le donne e cosa hanno fatto per meritarlo.
Ma si son mai chieste queste donne, perché non c'è una festa dell'Uomo?
Insomma è tutto mero consumismo, che cozza in maniera tremenda contro il reale significato di questa giornata celebrativa, che poco ha a che vedere con quello che è oggi l’8 marzo.
Ma serve una giornata per sentirsi donne, per ricordare di esserlo, o farlo ricordare?
L'8 marzo non è un giorno di festa, ma una celebrazione delle donne che riuscirono ad ottenere tutti quei diritti che noi, donne moderne d’oggi, diamo per scontati: diritto di voto, uguaglianza sul lavoro, parità tra i sessi, tutte cose ottenute o quasi, grazie alle lotte di grandi donne del passato.
Quello che era nato come il giorno in cui si innalzava il ruolo della donna, nella storia e nella politica dell'epoca, il giorno per ricordare il coraggio e la determinazione delle donne, per onorare la loro libertà, è ora un giorno che è stato completamente stravolto.
Fosse per le donne d’oggi, probabilmente non esisterebbe nessun 8 marzo.
Per quanto mi riguarda, parlo da donna, libera e orgogliosa di esserlo, orgogliosa soprattutto di quello che donne illustri, prima di me hanno fatto, per far sì che io oggi, possa vantare la mia libertà anche se non completa. E’ 8 marzo tutti i giorni, poiché tutti i giorni festeggio il mio essere donna e non ho bisogno di una data sul calendario che mi ricordi di farlo.
Oggi questo giorno, va dedicato, con un pensiero di solidarietà, a tutte quelle donne che ancora in Italia e in molti paesi del mondo, restano sottomesse e sono ancora vittime dell’ignoranza e della barbarie di uomini, con la consapevolezza che ciò che adesso abbiamo e diamo per scontato, viene sempre più spesso messo in discussione e che se noi donne, non lo difendiamo può esserci tolto.
Il giorno in cui non si parlerà più di discriminazione di genere, di femminicidi, di violenze e costrizioni e saremo davvero uguali agli uomini, allora sì, sarà una festa.
Rossella SdS
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