I lavori in Via Pessina/Bardelli proseguono non poi così alacremente, d'altra parte per essere ultimati erano previsti 6 mesi. Quindi in ritardo si, ma non fuori tempo massimo per venir acclamati (esercitiamo i nostri poteri divinatori) in coincidenza, casualmente, con la fine della legislatura.
Mentre la prosecuzione della pista ciclabile, ovviamente palettizzata, di Via Mazzini vedrà la luce solo fra qualche tempo. Quanto realizzato finora consente però di farsi un'idea della via più bella di Sedriano (citiamo Cipriani). Vien da dire de gustibus, horribilis.
Il risultato finale, almeno per noi, è esteticamente molto pacchiano grazie all'utilizzo di materiale completamente estraneo al tessuto urbano esistente, finta pietra di luserna, con un marciapiede difforme sia da quello di Via De Amicis che di Via Mazzini ai quali pur si è messo mano e con un un numero spropositato di rutilanti paletti in acciaio inox che disegnano una linea retta ondeggiante dovuto alla già presente pendenza casuale dei paletti sia sinistra che a destra; di una grazia leziosa.
Al di là però dell'aspetto esteriore, comunque importante, ci preme valutare se la pista ciclabile risponde a minimali criteri di sicurezza. Si può considerare tale una pista larga 150 cm. delimitata da paletti da una parte e, dall'altra da solide mura di edifici. Fabbricati dai quali sortiranno persone ed auto?
Inoltre non è poi così difficile immaginare un abituale uso promiscuo della pista ciclabile utilizzata, indifferentemente, anche dai pedoni, come già avviene per il tratto ultimato.
Non solo, almeno tre volte alla settimana, verranno posizionati sulla ciclabile i contenitori dei rifiuti soliti urbani, che hanno, inutile dirlo, un certo ingombro. Il risultato è che si costringono i ciclisti alla pratica dello slalom speciale per evitare questi molteplici "ostacoli" con le aggiunte criticità di una carreggiata ridottasi e da una selva di paletti. Si è partiti, assurdamente, da una pista pensile di 150 cm, poi modificata più ragionevolmente in larghezza fino a 200 cm, ma sempre pensile, per approdare a quella attuale tornata ad essere di 150 cm. in piano. Pensata e ripensata in diverse fogge e dimensioni, palmare evidenza di oggettive difficoltà attuative, ma perseguita con caparbietà e illogicità.
La spesa di 480.000 euro è da considerare irrilevante solo perchè TOTALMENTE a carico della Regione Lombardia, cioè di tutti noi o somma sperperata per perseguire un progetto considerato ipocritamente distintivo di "una nuova viabilità" priva, in ogni caso, di qualsiasi valore aggiunto in termini di sicurezza? Noi consideriamo un importante disvalore la comprovata testardaggine nel realizzare opere di dubbia utilità. E a riprova di ciò basta semplicemente percorrere quotidianamente la ciclabile di Via de Amicis per rendersi conto che nulla è cambiato rispetto al "prima".
Tutt'altro! Non era il caso di impiegare più proficuamente queste importanti risorse?
Per rispondere a questa domanda citiamo lo storico Carlo Jemolo: "affidate il potere ad un uomo qualunque e per prima cosa si preoccuperà di risolvere (senza riuscirci N.d.R.) i problemi del traffico".
Sottoscriviamo!
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