A seguito di alcune notizie circolate negli ultimi giorni, il sindaco Angelo Cipriani ha precisato che la farmacia (comunale ndr) non è in vendita : “è oggetto di valutazione, la decisione la prenderemo a perizia avvenuta e non ci sottrarremo dal motivare le nostre scelte”. (Settegiorni 11/06/2020)
La perizia costerà cara ai sedrianesi, ben 11mila euro, dopo di ché sua eccellenza deciderà se vendere o meno. Ci verrebbe da dire "Comandi signor padrone".
E così dopo i tre appartamenti di via Livatino, Villa Allavena (revocata per figura di m...) e il terreno in zona Scaravella, nella svendita dei “gioielli di famiglia” si aggiunge anche la Farmacia Comunale...
Che il sig.Cipriani non fosse portato a ricoprire il ruolo di sindaco era abbondantemente risaputo e lo avevamo più volte ripetuto in tempi non sospetti. Nessun capacità nell'amministrare il bene comune, nessuna conoscenza delle diverse normative, tralasciando la sua manifesta incapacità nel relazionarsi con chi non la pensa come lui. Un vero disastro. Peggio, a Sedriano non poteva capitare.
A nessun sindaco era mai venuto in mente di vendere la Farmacia Comunale, non solo a Sedriano ma anche in altri comuni. Ad esempio, a Corbetta ne hanno aperte persino due, a Vittuone l'hanno collocata all'interno del centro commerciale. Loro invece, che sono i più bravi, pensano di venderla.
La giustificazione ufficiale è quella di RIDURRE (nemmeno azzerare) i 500mila euro annui di mutui a carico del comune... ma è del tutto evidente che il vero motivo è un altro, ovvero: la sentenza d'appello sull'area festa che sarà per le casse comunali un vero salasso!
Il sig. Cipriani, dopo aver speso un sacco di quattrini per lasciar traccia del suo farsesco e funesto passaggio sul suolo sedrianese, con opere del tutto inutili quali orti urbani (200 mila euro), recinzioni creative alla Picasso (70mila euro), nuova viabilità un tanto al chilo (270mila euro), vuole privarci anche dell'unico bene pubblico che funzionando bene può coniugare l'essere sociale con il portare guadagno alle casse comunali. Un autentico genio.
La Farmacia Comunale non va dismessa ma utilizzata come presidio nel territorio, ovvero come elemento di prevenzione che, unita ai medici di base ed ai pronto soccorso, costituisce la migliore rete preventiva e il miglior sistema di sicurezza sanitario del nostro paese. Aggiungiamo la sciagurata decisione - presa a suo tempo - di, praticamente, annullare gli ambulatori comunali, anch'essi collegati alla Farmacia.
Il compito della Farmacia Comunale (se ben gestita) è quello di svolgere servizi sociali mantenendo i bilanci in ordine ed investendo gli utili nei servizi stessi, accantonandone una parte per non pesare minimamente sul bilancio del Comune già provato dai tagli.
Noi abbiamo in mente un ruolo sociale della Farmacia Comunale. Fornire aiuto agli anziani, ai disabili e ai pensionati offrendo particolari sconti sui prodotti in vendita. Consegnare a domicilio e fornire gratuitamente particolari servizi quali la misurazione della pressione arteriosa e del peso. Predisporre un collegamento con gli ospedali del territorio per la prenotazione di esami e visite specialistiche e la consegna dei referti direttamente in farmacia. Non meno importante, un ruolo di calmiere dei prezzi sia sugli esami ematici eseguiti nelle farmacie che sui prodotti in vendita, perché per non perdere clientela, i privati devono adeguarsi ai prezzi concorrenziali praticati.
Questo è quello che dovrebbe essere una Farmacia Comunale.
Se questa giunta ormai al termine non è in grado (non lo è mai stata) di gestire un bene pubblico come la Farmacia Comunale, si faccia da parte.
Se non sono stati in grado in questi 5 anni di nominare un CDA adeguato e competente, il problema è solo loro.
Non è accettabile far pagare ai cittadini la loro incapacità.
Vergognatevi e poi dimettetevi.
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