Pazzesco, assurdo, incredibile, La Villa Allavena NON si vende più. Dopo una "ricognizione" sui beni pubblici alienabili avvenuta a febbraio, una perizia - molto- discutibile sul valore attribuitole a maggio e la conseguente predisposizione dell'asta pubblica per la vendita, si scopre l'esistenza di un vincolo da parte della Sovrintendenza dei beni culturali della Città Metropolitana di Milano.
Chi mai avrà chiesto l'emissione del decreto che la annovera fra i beni da tutelare?
Lo stesso Comune! Quando?
Nella determinazione che revoca la vendita viene indicato 28/06/2020 prot. 12355, probabilmente si tratta di un errore, visto che giorno ed anno sono nel futuro prossimo, del 2019? O forse 2018 o 2017?
Boh, e nella stessa determinazione si aggiunge: "che il decreto (di interesse culturale) non era noto all'ufficio incaricato dell'alienazione del bene".
Cioè un ufficio comunale ignora quanto fatto da quello attiguo e solo CASUALMENTE, così crediamo, affiora questo vincolo.
Inconcepibile! Approssimazione e/o superficialità?
Domande alle quali non sappiamo dare una ragionevole risposta, non prima di esserci ripresi dallo sbigottimento.
Forse bisognerebbe rivolgerle all'Amministrazione che tutto sa e conosce e realizza filmati e ne decide, evidentemente con cognizione di causa, la (s)vendita. Forse.
Forse sarebbe bene avvalersi della classica margherita e, petalo dopo petalo, si vende non si vende, affidarsi al fortuito responso.
Questa volta è no, ma il prossimo fiore potrebbe dire il contrario. Forse.
Forse è il caso che questa Amministrazione non si dedicasse ai fiori, ma ad altro.
Chi mai avrà chiesto l'emissione del decreto che la annovera fra i beni da tutelare?
Lo stesso Comune! Quando?
Nella determinazione che revoca la vendita viene indicato 28/06/2020 prot. 12355, probabilmente si tratta di un errore, visto che giorno ed anno sono nel futuro prossimo, del 2019? O forse 2018 o 2017?
Boh, e nella stessa determinazione si aggiunge: "che il decreto (di interesse culturale) non era noto all'ufficio incaricato dell'alienazione del bene".
Cioè un ufficio comunale ignora quanto fatto da quello attiguo e solo CASUALMENTE, così crediamo, affiora questo vincolo.
Inconcepibile! Approssimazione e/o superficialità?
Domande alle quali non sappiamo dare una ragionevole risposta, non prima di esserci ripresi dallo sbigottimento.
Forse bisognerebbe rivolgerle all'Amministrazione che tutto sa e conosce e realizza filmati e ne decide, evidentemente con cognizione di causa, la (s)vendita. Forse.
Forse sarebbe bene avvalersi della classica margherita e, petalo dopo petalo, si vende non si vende, affidarsi al fortuito responso.
Questa volta è no, ma il prossimo fiore potrebbe dire il contrario. Forse.
Forse è il caso che questa Amministrazione non si dedicasse ai fiori, ma ad altro.
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