La realizzazione degli orti in Via Treves è pressoché ultimata, giusto in tempo per la prima semina primaverile. Per la verità, come abbiamo già più volte detto, il progetto è concettualmente obsoleto e costoso al punto giusto per definirli "stellati", con reti divisorie alte 1,20 metri, per impedire furti e manomissioni delle coltivazioni da parte del vicino.
Ipotesi di furto e manomissione, espressamente contemplata dal relativo regolamento, che prevede l'immediata revoca della concessione.
Dunque non propriamente concepiti come un sereno luogo di conviviale incontro fra persone civili, con proficuo scambio di esperienze e sperimentazioni agricole, quanto piuttosto come particelle da difendere con idonee barriere protettive per salvaguardare adeguatamente ortaggi ed erbe aromatiche da probabili intrusioni; ritenute certe.
Ma le ultime novità riguardano le modifiche apportate (del. n. 221 del 12/3) "per raggiungere maggiori standard qualitativi" con un conseguente incremento di spesa di 11.710 euro.
Quali sono le modifiche? L'aggiunta di n. 2 barbecue e l'illuminazione del percorso per l'accesso all'area ed altre piccole migliorie.
Orbene dopo aver "sequestrato" un'area pubblica di oltre 6.000 mq. inibendola alla fruizione collettiva per realizzare orti su una superficie di soli 2.800 mq., delimitandola con una rete metallica di 1,80 metri di altezza, riservandola di fatto ai soli ortisti, con quale ratio? Aver costruito un'area di "aggregazione" per accogliere un massimo di 70 persone!
Contemporaneamente, ovviamente sempre ad esclusivo appannaggio degli assegnatari, con quale ratio? Si pensa di illuminare il percorso di accesso. Dobbiamo forse pensare che gli orti non vengano coltivati/frequentati solo dall'alba al tramonto, ma anche nottetempo? O credere che sia un ulteriore elemento dissuasivo per prevenire atti di vandalica efferatezza nei confronti dei nominati ortaggi ed erbe aromatiche? O piuttosto da considerare un'altra fonte di inquinamento luminoso?
E che dire dell'obbligo di spargere sale antigelivo sul percorso? Facciamo fatica ad immaginare persone che sfidando temperature polari si prodigano a raggiungere le proprie "prose" per chissà quali intensive lavorazioni.
Sugli orari e sul costo "simbolico" degli orti, salvo errori, non abbiamo notizie, aspettiamo con trepidazione vengano resi noti. Come aspettiamo, da mesi, che i sei lampioni dell'area verde tra Via Mazzini e vicolo Toscanini tornino a rispendere di luce propria, ma è noto che li, al momento, non si trovino ancora patate e cavoli. Solo persone.
Ma le ultime novità riguardano le modifiche apportate (del. n. 221 del 12/3) "per raggiungere maggiori standard qualitativi" con un conseguente incremento di spesa di 11.710 euro.
Quali sono le modifiche? L'aggiunta di n. 2 barbecue e l'illuminazione del percorso per l'accesso all'area ed altre piccole migliorie.
Orbene dopo aver "sequestrato" un'area pubblica di oltre 6.000 mq. inibendola alla fruizione collettiva per realizzare orti su una superficie di soli 2.800 mq., delimitandola con una rete metallica di 1,80 metri di altezza, riservandola di fatto ai soli ortisti, con quale ratio? Aver costruito un'area di "aggregazione" per accogliere un massimo di 70 persone!
Contemporaneamente, ovviamente sempre ad esclusivo appannaggio degli assegnatari, con quale ratio? Si pensa di illuminare il percorso di accesso. Dobbiamo forse pensare che gli orti non vengano coltivati/frequentati solo dall'alba al tramonto, ma anche nottetempo? O credere che sia un ulteriore elemento dissuasivo per prevenire atti di vandalica efferatezza nei confronti dei nominati ortaggi ed erbe aromatiche? O piuttosto da considerare un'altra fonte di inquinamento luminoso?
E che dire dell'obbligo di spargere sale antigelivo sul percorso? Facciamo fatica ad immaginare persone che sfidando temperature polari si prodigano a raggiungere le proprie "prose" per chissà quali intensive lavorazioni.
Sugli orari e sul costo "simbolico" degli orti, salvo errori, non abbiamo notizie, aspettiamo con trepidazione vengano resi noti. Come aspettiamo, da mesi, che i sei lampioni dell'area verde tra Via Mazzini e vicolo Toscanini tornino a rispendere di luce propria, ma è noto che li, al momento, non si trovino ancora patate e cavoli. Solo persone.
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