domenica 26 aprile 2015

28 aprile: giornata mondiale delle vittime dell’amianto


Martedì 28 aprile è la giornata mondiale delle vittime dell’amianto, un’occasione per riflettere su un problema al quale noi di SdS riserviamo da sempre grande attenzione. Anche se l’Italia è stata uno dei primi Paesi al mondo che ha legiferato sulla materia, proibendone la produzione e la vendita, molti anni fa (legge 27/3/1992, n. 257), l’eredità dei precedenti decenni resta una desolante piaga, che ogni anno presenta un conto sempre più salato.

È difficile prevedere quando la curva delle vittime raggiungerà l’apice per poi ridiscendere, perché -ad esempio- il mesotelioma pleurico (una delle devastanti patologie che provoca l'amianto) è una malattia dal decorso lunghissimo: anche quaranta gli anni di latenza del “polverino” nei polmoni.

Ma la vera spada di Damocle, che incombe sulla testa di tutti, è che nessuno può dirsene immune. Intere generazioni di studenti sono cresciute frequentando asili, scuole, palestre e atenei costruiti o ristrutturati con l’amianto, fra gli anni sessanta e ottanta. Qualcuno ha addirittura giocato, corso, nei prati e nei cortili delle città e delle periferie di allora, vivendo inconsapevole, accanto a tetti, tubi dell'acqua di cemento-amianto, pannelli d'isolamento o detriti abbandonati: tutti materiali con probabili e gravi presenze di amianto.
Operai, impiegati, manovali, muratori, artigiani, hanno lavorato in ambienti in cui erano presenti manufatti contenenti amianto, ignari del grave pericolo. Qualcuno ha lavorato questo materiale con poche o nessuna protezione e  senza consapevolezza delle sue insidie.

La fibra killer penetra nell'addome, nel cuore e nei polmoni, provocando serie infiammazioni che spesso diventano gravi forme tumorali che non lasciano scampo.
Da Casale Monferrato a Bari, passando per Siracusa, Broni, Milano e Turbigo, ecc.. l'Italia è un paese avvelenato, ancora tutto da bonificare.
In Italia muoiono otto persone al giorno a causa dell'Amianto.
Sono infatti oltre 3000 le vittime all'anno, a causa dell’esposizione alla pericolosa fibra.
Nel nostro Paese, i malati costano alla comunità -sempre all'anno- quasi mezzo miliardo di euro. Le stime parlano di oltre 38.000 siti contaminati ancora da bonificare, per oltre 32 milioni di tonnellate di materiale sparso in tutto il territorio. Di questi, 380 sono i casi a maggior rischio.
Prioritario è lo smaltimento negli edifici e nelle strutture pubbliche: ma non solo le scuole, gli ospedali, le fabbriche individuate ma anche le abitazioni, nelle quali si nasconde la fibra mortale. Si è stimato che con un investimento di circa 20 milioni d’euro potrebbero essere bonificati circa 10 milioni di metri quadri, ma una politica di bonifica efficace può partire solamente con un’adeguata impiantistica di trattamento e smaltimento.

Attualmente l’Italia esporta -non a caso- il 75% dei rifiuti d'amianto all’estero, principalmente in Germania e Austria ed è questo il principale elemento che fa lievitare i costi. Le bonifiche vanno a rilento, il censimento non viene fatto bene e in tutto il Paese aumentano le discariche abusive aumentando il rischio di contaminazione. Occorre agire subito e in modo concreto: smaltimento e bonifica devono essere le priorità per portare a zero il rischio connesso all’esposizione. Purtroppo, siamo drammaticamente in ritardo rispetto a quello che si sarebbe potuto e dovuto fare per arginare l’emergenza sanitaria provocata dall’esposizione all’amianto, anche -soprattutto- per la scarsa conoscenza del problema e la poca sensibilità di tutti: istituzioni e cittadini.
Un Piano Nazionale Amianto del Governo è stato predisposto nel 2013, ma non sono mai state trovate le coperture finanziarie per metterlo seriamente in moto.
Per questo vanno  spronate le istituzioni affinché si dia seguito a quanto stabilito.
In conclusione, dopo tutto questo raccontare, è importante mantenere alta l'attenzione e non abbassare la guardia; ognuno deve fare la sua parte.

Ecco il vero significato di questa giornata.
E allora, agli amici ai quali abbiamo smosso la sensibilità, chiediamo di fare un gesto concreto. Aderite a quest’iniziativa, firmate la petizione “ADDIO AMIANTO” lanciata dal mensile WIRED su change.org/addioamianto, per sollecitare il Governo ad adottare subito, cinque misure concrete per migliorare la trasparenza sull'amianto entro la fine del 2015 (nel mese d’aprile c'è un interessante articolo/inchiesta che lancia la petizione).

Tibe, sei sempre qui con noi ...

ps. Articolo inchiesta "Il prezzo dell'amianto" di Wired

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