martedì 28 ottobre 2014

Evento pubblico sabato 25 ottobre

Sabato 25 ottobre, si è svolto il tanto atteso evento  pubblico ”Amianto, conoscerlo per difendersi”. L'incontro è andato molto bene e sono stati affrontati vari argomenti: tutti molto interessanti. Parecchie nostre lacune sono state colmate grazie alla competenza dei relatori che sono riusciti a trasmetterci in maniera semplice il frutto delle loro esperienze sul campo.
Fulvio Aurora, segretario nazionale della AIEA (Associazione Italiana Esposti Amianto), ha illustrato la storia dell’amianto in Italia e nel mondo. Come e quando veniva usato e il perché del suo massiccio utilizzo. Quando si è venuti a sconoscenza della sua pericolosità, le varie vertenze nel mondo del lavoro, la lotta della AIEA in questi ultimi trent’anni in Italia, in Europa e nel Mondo, esiste infatti un'affiliazione dell'associazione con il Brasile (Banasbestos) dove attualmente  si produce amianto e si usa ancora moltissimo e la sua costituzione in parte civile in molti procedimenti giudiziari nazionali (Eternit Casale Monferrato, Alessandria, Broni, Napoli, Matera, Pirelli a Milano, centrale Enel di Turbigo ecc.).
La Dott.ssa Gemma Gatta, medico epidemiologo, ricercatrice dell’Istituto dei Tumori di Milano,  ha portato a conoscenza la ricerca che sta svolgendo per l’AIRC (Associazione Italiana Ricerca Cancro) sui “Lungosopravviventi”  del Mesotelioma (sopravvivenza sopra i cinque anni).
Ha inoltre spiegato cos’ è il Mesotelioma evidenziando che tutt’ora non tutti i medici lo riconoscono - in quanto molto difficile da diagnosticare- ma soprattutto che la sua unica causa è l’amianto. Ha poi proseguito con una panoramica anche sulle possibili cure, illustrando  i dati nazionali ed europei e le relative statistiche,  concludendo che ad oggi non ci sono stati ne miglioramenti ne passi in avanti.
Di mesotelioma non si guarisce: si muore.
Valentino Gritta, responsabile AIEA nord Italia, è entrato nel tecnico evidenziando le varie situazioni di presenza amianto a livello locale (Turbigo e zone limitrofe). Ha spiegato molto bene la normativa e le leggi nazionali e regionali, illustrando come comportarsi con le istituzioni locali in caso di presenza di amianto negli edifici, sia pubblici che  privati. Ha concluso evidenziando gli obblighi del comune, dell’ASL e dei cittadini.
Infine l’intervento del giovanissimo Umberto Ranzetti, tecnico di Infoenergia, che ha illustrato cosa fare in caso di possesso di manufatti di amianto, come smaltirlo, ma anche cosa non fare (il pericolosissimo fai da te). E’ entrato nel merito della normativa e dei contributi previsti dallo stato, su come reperire le informazioni, e sull’importanza di organizzarsi in gruppi per ottenere sconti sugli interventi o smaltimenti.

La serata è stara introdotta da Rossella, che attraverso un filmato, ha spiegato la sofferenza della malattia, che cosa significa ammalarsi e morire di amianto, portando la sua testimonianza in merito alla scomparsa del caro Tiberio.

È poi doveroso fare una piccola riflessione sulla serata.
Dall’incontro siamo usciti con due interessanti opportunità.
Gli esperti ci hanno riferito che è possibile intraprendere azioni nei confronti del comune che non affronta in maniera corretta e completa l'argomento: così come previsto dalla legge. Per il momento non vogliamo entrare nel merito della questione. Sappiamo benissimo qual è la disastrosa situazione sedrianese e chi sono i responsabili. Non vorremmo ulteriormente mettere il dito nella piaga.
A questo punto però, in base anche all’art. 54 comma 2 del “TUEL” dove si sancisce che il sindaco a salvaguardia dell’incolumità dei cittadini, ha il dovere di emanare atti ed adottare provvedimenti a prevenzione di eventuali rischi che metterebbero in serio pericolo i residenti del comune, la loro prole e tutte le generazioni future, chiediamo alla Commissione straordinaria, una volta per tutte, di portare a termine in tempi brevi e certi, questi semplici punti:
  • Censire ed analizzare l'indice di degrado della Scuola Fagnani ed altri luoghi scolastici dove è presente amianto
  • Informare i cittadini sugli obblighi del censimento, -visto che spetta al comune- e questo lo si può fare anche a costo zero : informazione sul sito del comune, locandine affisse negli spazi comunali sparsi nel paese, affissioni di manifesti e costante utilizzo dei pannelli luminosi presenti.
Ricordiamo che Sedriano, a differenza di altri comuni limitrofi, sulla questione amianto non si è fatto praticamente nulla, grazie soprattutto alle precedenti e "distratte"  amministrazioni. Siamo fermi e lontani anni luce da altre situazioni locali.

L'altra opportunità emersa dall’incontro pubblico è quella di unire le forze con le altre realtà del magentino per portare avanti questa battaglia e per fare informazione. Ci penseremo.

Concludiamo con una piccola nota.
Ci aspettavamo molto più interesse da parte dei sedrianesi, anche perché la presenza di amianto sul nostro territorio è notevole, sia negli edifici privati che in quelli pubblici. Un esempio per tutti : la scuola Fagnani. Quindi è un problema di tutti. Sono due anni che stiamo lottando per la rimozione dell'amianto e abbiamo sentito molte lamentele - particolarmente dai genitori- ma sabato sera, di quest'ultimi ne abbiamo visti veramente pochi.  Noi abbiamo invitato tutta la cittadinanza, comprese associazioni e forze politiche locali. I relatori si sono messi a completa disposizione del pubblico. Non era un comizio elettorale, abbiamo voluto fare  informazione finalizzata alla salute, parlare di sicurezza. Questo era chiaro dall’inizio.
Cari concittadini, ci viene il sospetto che,  probabilmente, per voi è molto più importante una serata al “Destriero con la Fico”, che la salute pubblica - compresa quella dei vostri figli- visto che a oggi, dopo due anni di continue richieste, non sappiamo ancora in che stato è il tetto di amianto della scuola Fagnani…
Siamo sorpresi e perplessi anche sulla latitanza del “Comitato genitori” che aveva partecipato con noi al primo incontro  con la commissione straordinaria. Dov’era sabato sera ? A casa a guardare “Ballando con le stelle” ? E pensare che avevano fatto anche una raccolta firme sull'argomento...
Abbiamo la sensazione che sia stata l'ennesima ed opportunistica strumentalizzazione per fini propagandistici dei Cinque Stelle locali …

Ed ora passiamo ai doverosi ringraziamenti. Ringraziamo il Movimento Popolare Dignità e Lavoro di Magenta sempre presente e in prima linea, che ha portato la sua testimonianza su come è stata gestita la questione Amianto alla Novaceta (vergognosa!); ringraziamo il sempre presente Massimo Gatti, il vice sindaco di Arluno Igor Bonazzoli, il presidente del Comitato Pace Sergio ColomboMaria Teresa Olgiati (PD Sedriano) unica rappresentante politica locale presente all’incontro ! Un grazie anche agli amici e compagni del PRC di Bareggio, di SEL Pregnana e Bareggio, di Sinistra di Vittuone e di LED.
Ma soprattutto UN GRAZIE PARTICOLARE ai cittadini sedrianesi presenti che hanno partecipato  portando  il loro prezioso contributo.


Ps. Ovviamente un Grazie ai relatori Aurora, Gatta, Ranzetti e Gritta  e a tutti i compagni e simpatizzanti di SdS che si sono impegnati per la buona riuscita dell’evento : Rossella, Lucio, Tiziana, Fabio, Francesco, Gabriele, Ivan e Massimiliano.

2 commenti:

  1. Da "Il Fatto Quotidiano" del 30 ottobre 2014 :
    Amianto, “non si fanno le bonifiche e aumenta diffusione del mesotelioma”

    In dieci anni oltre 3.200 casi di mesotelioma pleurici conclamati in Lombardia di cui il 65% dovuti ad una esposizione professionale. Tre milioni di metri cubi, invece, è il numero che ci racconta quanto ancora l'eternit sia presente sul territorio regionale

    In dieci anni oltre 3.200 casi di mesotelioma pleurici conclamati in Lombardia di cui il 65% dovuti ad una esposizione professionale all’amianto misurata su un arco temporale medio di 28 anni. Diventano 3.844 se si considerano anche i casi cosiddetti ‘probabili’, cioè in attesa di conferma (ma con alta probabilità di certezza) alla chiusura del report. Quasi 1.100 quelli verificati tra gli operai meccanici. Tre milioni di metri cubi, invece, è il numero che ci racconta quanto ancora l’eternit sia presente sul territorio regionale, dove ad oggi manca una vera e propria mappatura dei luoghi contaminati e pochissimo si è fatto per la bonifica dei siti dismessi. Questi e altri dati sono stati illustrati a Origgio, in provincia di Varese, nell’ambito del convegno “Quale tutela per le vittime dell’amianto?”, organizzato dall’Ona (Osservatorio Nazionale Amianto).

    “La diffusione del mesotelioma in Lombardia – spiega il presidente nazionale dell’Ona Onlus Ezio Bonanni, che tutela lavoratori e parenti delle vittime dell’amianto – è in continuo aumento, più che nel resto d’Italia. Mentre in quasi tutto il mondo civile i casi sono in diminuzione, da noi aumentano, e ciò perché non si fanno le bonifiche e non sono state adottate le misure di sicurezza per evitare l’esposizione ad esso. In Italia, inoltre, si è dismesso in ritardo l’utilizzo di tale materiale in edilizia”. La Lombardia secondo il ReNaM (Registro Nazionale Mesoteliomi) si colloca al terzo posto in Italia, con 1.205 casi, dopo le regioni Piemonte (1.963) e Liguria (1.246) per quanto riguarda le altre patologie correlate. Dal convegno emerge che, stante il lungo periodo di incubazione della malattia, il picco di mesoteliomi e patologie asbesto correlate è previsto tra il 2015 e il 2025. Per questo i coordinamenti Ona di Milano, Pavia e Cremona si stanno confrontando per fare sinergia e affrontare l’emergenza alle viste.

    Negli ultimi cinque anni c’è stato un aumento del 7% di aziende registrate alla voce smaltimento, coibentazione, incapsulamento eternit. “Non si tratta di intraprendenza imprenditoriale – commenta ancora Bonanni -: è piuttosto uno stato di necessità”. Sembrano piccole percentuali, ma in realtà nascondono una grande emergenza: il 2% si ammala perché i familiari sono stati a rischio amianto; il 3% per essere stato a contatto con il materiale per hobby (bricolage, ad esempio). “Esposizione inconsapevoli”, vengono definite. E destano allarme. L’esame disaggregato dei dati proietta poi la Lombardia in cima alla graduatoria delle morti anche da esposizione indiretta. I ‘soliti sospetti’ sono l’edilizia (esposizione pari al 22%, sette punti percentuali in più della media nazionale), la metalmeccanica (11%, più 6%), il tessile (8%, più 2%).

    L’Ona persegue ancora una volta di più, grazie ad un convegno assai partecipato, l’obiettivo della prevenzione primaria, della diagnosi precoce e della tutela gratuita risarcitoria, come strumenti indispensabili per arrestare in Lombardia un “fenomeno epidemico che si aggrava ogni giorno di più”. Altro triste primato lombardo, quello da esposizione “improbabile o ignota”, tipo il caso di un artigiano che non sapeva di avere l’amianto in bottega e di esserne stato esposto per 40 anni, e di averlo scoperto solo dopo essersi ammalato.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/30/amianto-non-si-fanno-bonifiche-aumenta-diffusione-mesotelioma/1181290/

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  2. COME SARÀ LA SITUAZIONE DELL'ACQUEDOTTO LOMBARDO? QUANTO AMIANTO BEVIAMO E INGERIAMO? CI SONO STUDI E STIME FATTE DALLE ASL LOMBARDE IN MERITO? AMIACQUE FORNISCE AL NOSTRO COMUNE OLTRE AI DATI SULLA POTABILITÀ DELL'ACQUA ANCHE DATI SUGLI INQUINANTI PRESENTI E FIBRE DI AMIANTO?

    H2A, L’ACQUEDOTTO IN AMIANTO (DI PUBBLICOBENE)

    “H2a l’acquedotto in amianto” è un documentario pubblicato su youtube da Pubblicobene, che ha aggiunto il testo riportato qui sotto, tanto per non dimenticare il grave problema, sempre attuale dato che le vittime di cancro causato dall’amianto non finiscono con un allarme. Astuti massmedia cancellano il problema, lo fanno dimenticare, lo minimizzano ai casi singoli, lo riducono a qualche processo, mentre l’amianto rimane un nemico pericoloso, silente, alla cui presenza ci si è assuefatti e quindi tanto più difficile da individuare come killer. Costoso trovare rimedi. Più costoso delle vite umane delle vittime?

    Pubblicato in data 16/ott/2013
    Quasi tutti gli acquedotti pubblici in Italia sono in cemento-amianto e Bologna possiede circa 1.800 km di queste tubature dello stesso materiale che disperdono nell’acqua 10mila fibre a litro. A lanciare l’allarme degli acquedotti è “H2A. L’acquedotto in amianto”, un documentario di poco più di 30 minuti che racconta la situazione delle tubature della città bolognese.
    Già nel 2008 era stato realizzato un documentario sui lavoratori esposti all’amianto dal titolo ‘Anno 2018: verrà la morte’ perché proprio tra il 2015 e 2020 sono previsti in Europa 500mila morti per tumore al polmone. Proiettato nell’agosto del 2012, il documentario che “ha vinto 10 festival”, ha suscitato l’interesse del pubblico soprattutto in relazione all’acquedotto di Bologna.
    Neanche Hera, che gestisce l’acquedotto, ha risposto al nostro invito. Abbiamo deciso di intervistare i cittadini: il 99% non è a conoscenza del problema. Quanto agli esperti, sia il presidente dell’Associazione esposti amianto, Vito Totire, sia Luciano Mutti, oncologo di Vercelli, che Morando Soffritti, direttore scientifico dell’Istituto Ramazzini, concordano che la fibra di amianto ingerita è fortemente cancerogena. Inoltre, abbiamo documentato la difficoltà a reperire i dati da chi controlla le acque, ossia Asl, Arpa ed Hera.
    A giugno 2013, sono stati forniti dei dati dall’Asl relativi ad alcune strade del centro bolognese che hanno registrato 10mila fibre di amianto per litro. Secondo studi americani il pericolo c’è da 70mila fibre a litro a salire, mentre secondo i nostri esperti basta anche solo una fibra ingerita. Resta comunque un problema: quasi tutti gli acquedotti italiani sono in cemento amianto e in pochi ne sono a conoscenza.

    http://m.youtube.com/watch?v=ZJbjOl0FwHc

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