domenica 10 gennaio 2010

Rosarno : Quegli schiavi-fantasma in mano alle mafie

"Si sono ribellati contro la Ndrangheta" - cosi' ha commentato lucidamente Roberto Saviano - " E' la quarta volta degli Africani in Italia contro le mafie. Gli Immigrati sembrano avere un coraggio che gli Italiani hanno perso poichè per loro contrastare le organizzazioni criminali è questione di vita o di morte. E qualunque sia la nostra opinione è necessario comprendere che ad essersi ribellata è la parte sana della comunità africana che non accetta compromessi con la Ndrangheta". Ma si fa sentire anche il mondo cattolico. A partire da Don Pino De Masi, Vicario Generale della Diocesi di Oppido-Palmi e referente di Associazione "Libera" per la Piana di Gioia Tauro: "Non si possono far vivere le persone come animali e pensare che non si ribellino. Qui è in corso una vera emergenza sociale. Quello che è accaduto a Rosarno è frutto della mancanza di una pianificazione adeguata per i lavoratori stagionali e della totale assenza di una politica dell' Integrazione".

Sono risposte indirette alle sciagurate dichiarazioni del Ministro Maroni ("troppa tolleranza con gli stranieri" - ??????), mentre molto piu' diretto è l'europarlamentare Luigi De Magistris (Italia dei valori) , che accusa Maroni di "aver smarrito ogni minimo senso della realtà e della decenza politica .Quanto sta accadendo a Rosarno è la prova dell' inutilità delle misure razziste e crudeli volute da un Governo da tempo 'leghistizzato'."
In effetti i braccianti africani che sono esplosi di rabbia contro l'ennesima aggressione subìta sono i figli del nuovo schiavismo che si è diffuso come una "mala pianta" nel Sud Italia. Costretti a lavorare per pochi euro, sotto il sole cocente d'estate e sotto il freddo cocente d'inverno , i 2000 di Rosarno non sono marziani sbucati all'improvviso, sono solo la punta dell' iceberg del nuovo mondo bracciantile dell'Italia del Sud. La loro rivolta ci dice un paio di cose. Innanzitutto che il grave sfruttamento lavorativo di migliaia di africani ed est-europei nelle nostre campagne ha prodotto un crescente imbarbarimento delle relazioni di lavoro e purtroppo dei rapporti tra italiani e stranieri. Il neoschiavismo ha alimentato un razzismo crescente: è come se si fosse inverato il teorema secondo cui "se sei un lavoratore schiavizzato, prima o poi smettero' di considerarti come un uomo e se ti ribelli ti daro' la caccia..." E in effetti se gli immigrati denunciano i cosiddetti "caporali" sono loro a finire in un CIE, i famigerati "centri di identificazione ed espulsione" creati dai Governanti Leghisti, mentre i loro aguzzini vengono lasciati in pace...

In queste ore di forte tensione e purtroppo di violenza, centinaia di immigrati ora impauriti da pestaggi e ritorsioni , dietro cui s'intravede la mano delle cosche mafiose, fuggono o vengono traferiti dalle Autorità in centri di prima accoglienza. E' scesa intanto in campo anche la "Rete Antirazzista di Cosenza" che ha lanciato un Appello ai Rosarnesi affinchè si ponga subito fine alla Guerra tra Poveri ed ha convocato un Incontro Pubblico a Rosarno per il 10 gennaio 2010:

"..comprendiamo il disagio dei cittadini di Rosarno ma non possiamo tacere sulle aberranti condizioni in cui versano migliaia di migranti , anche se dal loro lavoro dipende lo sviluppo del settore agricolo. La gravità del momento impone una riflessione lucida e pacata al fine di ripristinare la civile convivenza posta sotto assedio dalle politiche razziste del Governo. Ci si augura che tutta la Calabria Civile scenda in piazza per manifestare la Solidarietà ai migranti e per dire basta a questa infinita ingiustizia".

E intanto in Italia la protesta corre su Internet e si prepara uno SCIOPERO DEI MIGRANTI A MARZO . Il Movimento "Primo Marzo 2010" propone una giornata di SCIOPERO GENERALE per tutti gli extracomunitari che vivono in Italia per l'appunto il primo marzo. Il primo post del Movimento è del 9 ottobre, le adesioni si sono moltiplicate e dopo i fatti di Rosarno su "Facebook" l'adesione alla proposta di sciopero a marzo supera gli 11.000 iscritti. L'iniziativa è nuova per l' Italia, mentre ha un precedente europeo, la Francia dove il Movimento si chiama "La journèe sans Immigrès: 24 heures sans nous!" e il suo sciopero lo farà proprio il primo marzo 2010. In Italia il colore scelto dal Movimento è il GIALLO (un braccialetto o un nastrino giallo) che non rimanda a nessuna espressione partitica in particolare.

A cura di Sinistra di Sedriano.

3 commenti:

  1. "Qualcuno" ha deciso che non ha più bisogno di loro. "Qualcuno" decide di iniziare ad alzare la voce (ed il tiro) nei loro confronti perchè il clima salga. Tra quei poveri cristi, forse, c'è chi avanza del denaro per ore ed ore di lavoro svolto.
    La tensione sale, sale, sale, finchè arrivano i nostri e anzichè cercare di trovare i motivi ed i colpevoli (probabilmente non di colore) mettono a posto tutto "trasferendo" tutti i lavoratori, clandestini e non, in un altra regione.
    Quasi una deportazione...............

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  2. Carissimi. Innanzitutto vi faccio gli auguri per un felice anno. Vorrei poter dire tante cose in merito a questa situazione che definire vergognosa è un eufemismo. Esseri umani trattati come la spazzatura di Napoli, trasferiti in un'altra regione. Per un attimo vorrei uscire dal coro naturale delle voci che in questi giorni da più parti si elevano a esprimere false verità o vere bugie. Vorrei per un attimo lasciar da parte la parola Razzismo, ahimè tornata di moda negli ultimi anni e non solo su un campo verde. Credo che parlare di razzismo diventi quasi riduttivo. C'è qualcosa di più profondo, qualcosa da ricercare nella società, nella cultura di noi Italiani. Riprendo una bellissima frase di Don Lorenzo Milani: "Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri miei stranieri".
    Quello che abbiamo perso è lo spirito di convivenza, che a mio parere è un'altra cosa rispetto alla questione della razza. La convivenza l'abbiamo persa nella nostra quotidianità, nelle nostre famiglie, nelle nostre amicizie, nello sport, nella scuola. E non necessariamente con persone di diverso colore o diversa religione. Mai come in questi anni si respira un esagerato clima di sopravvivenza. Un clima di tutti contro tutti. Se non riusciamo a trovare un'armonia con il prossimo anche nella nostra quotidianità, non riusciremo mai a risolvere i problemi più grossi. La mafia non la combattiamo a parole. Giuseppe Fava sosteneva che "Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante. È un problema di vertici e di gestione della nazione, è un problema che rischia di portare alla rovina e al decadimento culturale definitivo l'Italia".
    Parla di decadimento culturale. E la mafia è proprio li che va combattutta. Nella cultura, nel sapere. La mafia è ignoranza! In Italia si parla solo della crisi economica, e mai di una crisi culturale nella quale la nostra nazione è sprofondata negli ultimi decenni. E mi sento di dire in piena facoltà, che è questa la crisi che più mi preoccupa. Un popolo non vive senza cultura per quanto possa avere un'economia solida. E l'unica speranza che ci resta sono i giovani, dobbiamo aprire a loro le menti. Ma è proprio qui che vedo un vuoto, un vuoto profondo...
    Saluti

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  3. Caro Federico,

    condivido a piena voce e pensiero il tuo scritto: partendo dalle prime forme di capitale le diversità di questo pazzo mondo si sono accentuate fino ad oggi in misura tale da portarci tutti i giorni e a tutti i costi nel fare a gara per trovare qualcosa che giustifichi l'un l'altro il nostro essere diversi, inconciliabili, distanti. La dimensione squallida della politica lo testimonia appieno e ha capito benissimo che solleticare la pancia della gente è pratica consigliata per mantenere il controllo delle menti e che per questo qualsiasi mezzo viene giustificato, specialmente la diffusione dell'odio nell'animo degli uomini.
    Ritengo personalmente di trovare la possibilità di rendere un po' più bello questo mondo l'unica spinta reale per sentirmi vivo e ho deciso di farlo pensando a come costruire un futuro diverso innanzitutto per il nostro amato paesello.

    Avanti così.

    Andrea

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