Stralcio del nostro programma elettorale, unici a trattare l’argomento:
“VILLA ALLAVENA. Per valorizzare il centro cittadino sarà necessario riqualificare la villa Allavena, riconvertendola da rudere a centro socio-culturale, nel quale trasferire la biblioteca comunale. Pensiamo alla creazione di un caffè letterario che nel periodo estivo utilizzi il giardino adiacente per lettura e studio, per organizzare mostre, iniziative, ricorrenze, presentazione di libri ecc. ecc. sotto i bellissimi alberi secolari. Inserire nella struttura architettonica della villa, spazi ludico-culturali per associazioni e iniziative comunali. E' un progetto ambizioso che richiederà ingenti risorse di difficile reperibilità, ma davvero importante”.
La sistemazione della Villa Allavena e del suo parco consisteva nel progetto ambizioso di riqualificare il centro storico del nostro paese e la sua memoria urbana attraverso le numerose ville storiche presenti nel paese.
La villa, comprensiva del giardino e del restauro dell'antico muro in mattoni pieni e dell'abbattimento di quello recente in blocchi di cemento sostituito poi da una più bella ed idonea recinzione in ferro anticato, veniva acquisita quando si approvò - nel 2008 in consiglio comunale - un PII che consentì l’acquisizione con la concessione di poco più di 8000 metri cubi di residenziale alla Roveda, in via San Massimo. L’acquisizione della villa -all'epoca- aveva addirittura stimolato l’idea di ristrutturare ed abbellire anche l’area antistante, come naturale prosecuzione della Piazza Cavour, chiusa e pedonale.
Questo proponimento è stato ignorato dall’amministrazione Celeste, “congelato” nel periodo dei Commissari e oggi sta colando a picco con l’attuale governo comunale cinque stelle.
Si, perché è notizia fresca di questi giorni, che la giunta comunale ha intenzione di mettere in vendita la villa, abbandonando ogni tipo d’interesse. Pare, che risulti molto oneroso sanare i cedimenti del tetto, poiché la copertura occorrente -dicono- costerebbe al Comune circa 40.000 euro.
Qualche mese fa nelle stanze dei pentastellati, era nata l’idea creativa che poteva dare lustro a Sedriano: trasformare Villa Allavena in una “casa della legalità”, dove avrebbero trovato posto associazioni, gruppi di cittadini ecc... Per noi di SdS è stato un dejà vu, in quanto molto somigliante alla nostra proposta in campagna elettorale di farne un centro socio-culturale. L’idea di una “casa della legalità” nel primo comune lombardo sciolto per mafia, rivestiva certamente un alto valore politico e simbolico.
Per questa ipotesi si era attivata anche la Fondazione CARIPLO, che avrebbe finanziato per il 70% il progetto e attraverso la partecipazione del comune ad un apposito bando.
Sui giornali i cinque stelle affermavano:
“Villa Allavena, che oggi è soltanto un costo, diventerà un servizio, una casa di tutti i cittadini con un parco attorno, un luogo di cultura e legalità. Noi ci crediamo, l’auspicio è che ognuno sappia fare la sua parte. Sarebbe un peccato perdere un’occasione come questa”.
Ma tutti questi buoni propositi dove sono finiti?
In questi anni si sarebbe potuto, praticamente a costo zero, rendere fruibile ai cittadini almeno il giardino che è dotato d’alberi secolari, in grado di creare anche in piena estate un ambiente fresco che gli alberi del parco delle scuole -ancora troppo giovani- non sono in grado di offrire.
Invece è in stato di completo abbandono, sempre ricoperto da erbacce infestanti. Purtroppo l’incuria di questi anni, la mancata messa in sicurezza del tetto, nonché la necessità di bonificare l’amianto presente nell’edificio, hanno peggiorato ulteriormente le cose. La situazione crea anche pesanti disagi alle abitazioni attigue, come da noi numerose volte segnalato.
Questo “disastro” è sotto gli occhi di tutti: si può solo constatare che la struttura della villa risulta irrecuperabile. Per questo motivo, si palesa l’unica soluzione possibile: la sua demolizione.
Tutto questo però, rimane patrimonio della comunità e non è giusto abbandonarlo al miglior offerente che vorrà soltanto costruire altre inutili abitazioni. Una scelta, quella della giunta M5S che mira soltanto a fare cassa e scrollarsi di dosso il problema: insomma, levarsi dai piedi alla svelta la patata bollente.
Va trovata una soluzione migliore, magari chiedendo la partecipazione dei cittadini. Se proprio deve essere venduta - secondo noi - una parte del nuovo costruito deve restare in uso alla comunità sedrianese, salvaguardando il giardino con le sue bellissime piante, rendendolo fruibile ai cittadini. Bisognerà garantirsi, inoltre, l'acquisizione del piano terra dove insediare una biblioteca degna di questo nome o creare un centro culturale.
Non è lei, caro Sindaco, che in questi giorni ha affermato che per riportare il paese in accettabili condizioni di decoro, bisogna investire in cultura?
Cultura – caro Sindaco – cultura, non inquietanti e inutili recinzioni...
“VILLA ALLAVENA. Per valorizzare il centro cittadino sarà necessario riqualificare la villa Allavena, riconvertendola da rudere a centro socio-culturale, nel quale trasferire la biblioteca comunale. Pensiamo alla creazione di un caffè letterario che nel periodo estivo utilizzi il giardino adiacente per lettura e studio, per organizzare mostre, iniziative, ricorrenze, presentazione di libri ecc. ecc. sotto i bellissimi alberi secolari. Inserire nella struttura architettonica della villa, spazi ludico-culturali per associazioni e iniziative comunali. E' un progetto ambizioso che richiederà ingenti risorse di difficile reperibilità, ma davvero importante”.
La sistemazione della Villa Allavena e del suo parco consisteva nel progetto ambizioso di riqualificare il centro storico del nostro paese e la sua memoria urbana attraverso le numerose ville storiche presenti nel paese.
La villa, comprensiva del giardino e del restauro dell'antico muro in mattoni pieni e dell'abbattimento di quello recente in blocchi di cemento sostituito poi da una più bella ed idonea recinzione in ferro anticato, veniva acquisita quando si approvò - nel 2008 in consiglio comunale - un PII che consentì l’acquisizione con la concessione di poco più di 8000 metri cubi di residenziale alla Roveda, in via San Massimo. L’acquisizione della villa -all'epoca- aveva addirittura stimolato l’idea di ristrutturare ed abbellire anche l’area antistante, come naturale prosecuzione della Piazza Cavour, chiusa e pedonale.
Questo proponimento è stato ignorato dall’amministrazione Celeste, “congelato” nel periodo dei Commissari e oggi sta colando a picco con l’attuale governo comunale cinque stelle.
Si, perché è notizia fresca di questi giorni, che la giunta comunale ha intenzione di mettere in vendita la villa, abbandonando ogni tipo d’interesse. Pare, che risulti molto oneroso sanare i cedimenti del tetto, poiché la copertura occorrente -dicono- costerebbe al Comune circa 40.000 euro.
Qualche mese fa nelle stanze dei pentastellati, era nata l’idea creativa che poteva dare lustro a Sedriano: trasformare Villa Allavena in una “casa della legalità”, dove avrebbero trovato posto associazioni, gruppi di cittadini ecc... Per noi di SdS è stato un dejà vu, in quanto molto somigliante alla nostra proposta in campagna elettorale di farne un centro socio-culturale. L’idea di una “casa della legalità” nel primo comune lombardo sciolto per mafia, rivestiva certamente un alto valore politico e simbolico.
Per questa ipotesi si era attivata anche la Fondazione CARIPLO, che avrebbe finanziato per il 70% il progetto e attraverso la partecipazione del comune ad un apposito bando.
Sui giornali i cinque stelle affermavano:
“Villa Allavena, che oggi è soltanto un costo, diventerà un servizio, una casa di tutti i cittadini con un parco attorno, un luogo di cultura e legalità. Noi ci crediamo, l’auspicio è che ognuno sappia fare la sua parte. Sarebbe un peccato perdere un’occasione come questa”.
Ma tutti questi buoni propositi dove sono finiti?
In questi anni si sarebbe potuto, praticamente a costo zero, rendere fruibile ai cittadini almeno il giardino che è dotato d’alberi secolari, in grado di creare anche in piena estate un ambiente fresco che gli alberi del parco delle scuole -ancora troppo giovani- non sono in grado di offrire.
Invece è in stato di completo abbandono, sempre ricoperto da erbacce infestanti. Purtroppo l’incuria di questi anni, la mancata messa in sicurezza del tetto, nonché la necessità di bonificare l’amianto presente nell’edificio, hanno peggiorato ulteriormente le cose. La situazione crea anche pesanti disagi alle abitazioni attigue, come da noi numerose volte segnalato.
Questo “disastro” è sotto gli occhi di tutti: si può solo constatare che la struttura della villa risulta irrecuperabile. Per questo motivo, si palesa l’unica soluzione possibile: la sua demolizione.
Tutto questo però, rimane patrimonio della comunità e non è giusto abbandonarlo al miglior offerente che vorrà soltanto costruire altre inutili abitazioni. Una scelta, quella della giunta M5S che mira soltanto a fare cassa e scrollarsi di dosso il problema: insomma, levarsi dai piedi alla svelta la patata bollente.
Va trovata una soluzione migliore, magari chiedendo la partecipazione dei cittadini. Se proprio deve essere venduta - secondo noi - una parte del nuovo costruito deve restare in uso alla comunità sedrianese, salvaguardando il giardino con le sue bellissime piante, rendendolo fruibile ai cittadini. Bisognerà garantirsi, inoltre, l'acquisizione del piano terra dove insediare una biblioteca degna di questo nome o creare un centro culturale.
Non è lei, caro Sindaco, che in questi giorni ha affermato che per riportare il paese in accettabili condizioni di decoro, bisogna investire in cultura?
Cultura – caro Sindaco – cultura, non inquietanti e inutili recinzioni...
Il Vs progetto per la riqualificazione di ques'area è ambizioso e bellissimo. Sarebbe auspicabile riuscire a creare qcosa del genere, anche per dare una degna sistemazione alla biblioteca e restituire al paese almeno un elemento che rappresenti bellezza novità e funzionalità. Sicuramente trovare i soldi è difficile, se poi ci mettiamo i benaltristi e mettiamoci pure gli amministratori locali che a detta di alcuni avrebbero ribaltato le cose ma che si sono dimostrati per nulla illuminati e che non ci provano nemmeno ad avere visioni che vadano oltre il presente, non resta che l'attuale triste immobilismo.
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