Il difficile contesto generale della pubblica finanza è ormai noto a tutti da molto tempo - e ancor più quello dei Comuni- costretti dai tagli dei trasferimenti a ridurre i servizi erogati ed aumentando, laddove possibile, le tasse locali. Il Comune di Sedriano non fa eccezione, quindi si pone mano alle convenzioni, si riducono i contributi alle associazioni, si rimandano sine die interventi di manutenzione stradale, si congelano, in attesa di tempi migliori, gli investimenti nelle infrastrutture scolastiche e, per ragioni di spazio, non continuiamo in questo cahiers de doléances. Virtuosismo amministrativo sacrosanto, dovuto a contingenze finanziarie e imposto dalle ristrettezze economiche, ormai non più attribuibili alla congiuntura bensì strutturalmente connesse ad un modello di sviluppo maturo, che anziché diffondere sicurezza e benessere, fa crescere povertà e disuguaglianze sociali, tanto più insopportabili ed immorali, quanto più il divario tra gli estremi diventano abissali. Pochi hanno tantissimo, molti pochissimo: non raramente nulla.
Ma in questo quadro, a tinte fosche, non tutto è perduto! Miracolosamente (è il caso di dirlo) si trova la non trascurabile somma di 240.000 € (duecentoquaranta mila, avete letto bene) per realizzare gli orti urbani. Progetto ovviamente di primaria e prioritaria importanza per promuovere citiamo: "socialità e sviluppo di un'economia etica e rispettosa dell'ambiente".
Tradotto: una parte di un' area collettiva viene parcellizzata e resa disponibile (in comodato d'uso e per una durata sconosciuta) ad una ristretta fascia di cittadini, che abbiano - ben s'intenda- alcuni, irrinunciabili requisiti. Cioè un bene indivisibile per definizione, qual'è il territorio comunale, diventa pressoché di uso esclusivo di alcuni.
Se tutto questo sia etico lo lasciamo alla coscienza e alla sensibilità di ciascuno.
Noi ci occuperemo più banalmente di analizzare i citati requisiti.
Ma in questo quadro, a tinte fosche, non tutto è perduto! Miracolosamente (è il caso di dirlo) si trova la non trascurabile somma di 240.000 € (duecentoquaranta mila, avete letto bene) per realizzare gli orti urbani. Progetto ovviamente di primaria e prioritaria importanza per promuovere citiamo: "socialità e sviluppo di un'economia etica e rispettosa dell'ambiente".
Tradotto: una parte di un' area collettiva viene parcellizzata e resa disponibile (in comodato d'uso e per una durata sconosciuta) ad una ristretta fascia di cittadini, che abbiano - ben s'intenda- alcuni, irrinunciabili requisiti. Cioè un bene indivisibile per definizione, qual'è il territorio comunale, diventa pressoché di uso esclusivo di alcuni.
Se tutto questo sia etico lo lasciamo alla coscienza e alla sensibilità di ciascuno.
Noi ci occuperemo più banalmente di analizzare i citati requisiti.
Nel testo de "manifestazione di interesse per l'assegnazione degli orti di Via Treves" si legge:
✩ le aree in oggetto saranno concesse ai cittadini residenti, che non devono essere proprietari di altri appezzamenti di terreno e/o pertinenze di edifici destinati ad orto
☛ La proprietà dei terreni è da intendersi quale "possedimenti sedrianesi o ovunque ubicati" ovvero se un sedrianese possiede un terreno agricolo a Bareggio o a Selinunte rientra o meno negli ipotetici aventi diritto? ; inoltre, pur non essendo proprietari, se sono affittuari o ne hanno la disponibilità - a qualsiasi titolo- come si configurano? E soprattutto come e chi esegue i controlli per la verifica delle fattispecie?
✩ gli orti dovranno essere coltivati direttamente dai concessionari o dai loro familiari
☛ Anche in questo caso come si esercita il controllo di chi coltiva effettivamente l'orto assegnato? Ed i familiari? : fino a che grado di parentela si estende il diritto? anche al cugino di quarto grado, magari residente a Busto Garolfo?
✩ l'orto assegnato dovrà essere destinato SOLO ad attività ortofrutticola o floricolturistica
☛ Confessiamo di ignorare a quale altro scopo possano essere eventualmente adibiti. Forse a coltivazione di marijuana?
Chiaramente scherziamo, o no? Riflettete con serenità e datevi un'obiettiva risposta.
Da parte nostra aggiungiamo ancora alcune considerazioni.
L'area è posta in aderenza alla recuperata Cava Bottoni, un'area umida di ca 35/mila mq., "barattata" per la costruzione di 3 palazzine lungo la Via Mattei,- svariate decine di appartamenti - e NON utilizzata e chiusa, forse, (azzardiamo), per problematiche ambientali e completamente dimenticata, anche nel programma elettorale degli stellati. Evidentemente (pag. 15 la tutela del patrimonio ambientale e l'orientamento alla conservazione -passiva- delle aree verde presenti nel nostro paese) non desta alcun interesse. Su cosa fare di 3,5 ettari di territorio comunale, costata, a scomputo d'oneri oltre mezzo milione di euro, nessuna idea, ne presente ne futura.
Ricordiamo che alcuni anni fa, il terreno sul quale si vorrebbero gli orti era stato oggetto di un precedente progetto di riforestazione, dai costi estremamente contenuti.
Progetto che trovava la sua grande validità ecologica proprio per la presenza dell'ampia area umida che unita alla programmata riforestazione avrebbe conferito al comparto una peculiarità ambientale raramente riscontrabile in un contesto urbano.
Le ragioni per le quali si è scelta quest'area per gli orti, sarebbe opportuno conoscerle. Per vastità, logistica, caratteristiche pedologiche o quali altre?
Riassumendo un'area agricola e un vasto specchio d'acqua, posto al confine urbano che meriterebbe tutela e valorizzazione sono stati oggetto di intensa edificazione (6 palazzine, per centinaia di appartamenti) ed ora l'ultimo oltraggio, l'assedio antropico con il progetto orti urbani.
Ci asteniamo dall'interpretare il significato attribuito da alcuni amministratori ai termini tutela, preservazione e valorizzazione del patrimonio verde.
L'area è posta in aderenza alla recuperata Cava Bottoni, un'area umida di ca 35/mila mq., "barattata" per la costruzione di 3 palazzine lungo la Via Mattei,- svariate decine di appartamenti - e NON utilizzata e chiusa, forse, (azzardiamo), per problematiche ambientali e completamente dimenticata, anche nel programma elettorale degli stellati. Evidentemente (pag. 15 la tutela del patrimonio ambientale e l'orientamento alla conservazione -passiva- delle aree verde presenti nel nostro paese) non desta alcun interesse. Su cosa fare di 3,5 ettari di territorio comunale, costata, a scomputo d'oneri oltre mezzo milione di euro, nessuna idea, ne presente ne futura.
Ricordiamo che alcuni anni fa, il terreno sul quale si vorrebbero gli orti era stato oggetto di un precedente progetto di riforestazione, dai costi estremamente contenuti.
Progetto che trovava la sua grande validità ecologica proprio per la presenza dell'ampia area umida che unita alla programmata riforestazione avrebbe conferito al comparto una peculiarità ambientale raramente riscontrabile in un contesto urbano.
Le ragioni per le quali si è scelta quest'area per gli orti, sarebbe opportuno conoscerle. Per vastità, logistica, caratteristiche pedologiche o quali altre?
Riassumendo un'area agricola e un vasto specchio d'acqua, posto al confine urbano che meriterebbe tutela e valorizzazione sono stati oggetto di intensa edificazione (6 palazzine, per centinaia di appartamenti) ed ora l'ultimo oltraggio, l'assedio antropico con il progetto orti urbani.
Ci asteniamo dall'interpretare il significato attribuito da alcuni amministratori ai termini tutela, preservazione e valorizzazione del patrimonio verde.
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