Riceviamo e pubblichiamo la risposta (pdf) dell'assessore Manes alla nostra richiesta di chiarimenti, ma non possiamo esimerci da alcune riflessioni.
Siamo molto contenti che qualcosa di concreto si faccia a Sedriano in materia di smaltimento amianto, applicando le disposizioni di legge che regolano la tutela dell'ambiente e l'abbandono rifiuti (D.lgs 152/2006 art. 192) ordinando al proprietario dell'area ove è stato rinvenuto il materiale pericoloso di provvedere alla sua rimozione ed al corretto smaltimento. Infatti fra i motivi di legittimazione di un'ordinanza sindacale, c'è quello di scongiurare un inquinamento ambientale provocato dai rifiuti. Per questo, il Sindaco intima al proprietario di bonificare l'area ripristinando la situazione precedente. In tal caso l'ordinanza non avrà carattere sanzionatorio ma diretta e indirizzata ad ottenere la rimozione dello stato di pericolo. Sarà finalizzata a prevenire ulteriori danni all'ambiente, dovuti soprattutto al rifiuto pericoloso. Non servirà, purtroppo, ad individuare e punire i soggetti che hanno causato il danno ambientale in quanto -quasi sempre- ignoti.
Di conseguenza, il nostro commento è stato: finalmente si muove qualcosa.
Ci rimane però un po' d'amaro in bocca, perché nel passato- pur avendo leggi adeguate da applicare- poco o nulla è stato fatto in questo senso, in modo particolare quando si è trattato d'amianto. Siamo tutti dell'opinione che l'abbandono abusivo di rifiuti è un deprecabile malcostume, causa di serio degrado ambientale nonché di grave pericolo, quando i rifiuti sono nocivi e pericolosi per la salute.
Ci auguriamo che d'ora in avanti venga utilizzato lo stesso metro nei confronti di tutti i rifiuti abbandonati sul territorio comunale. Ben vengano quindi atti concreti e diretti verso i proprietari, che hanno l'obbligo di vigilare e denunciare questo illecito comportamento, nonché di mettere in atto tutte le opere necessarie ad impedire questi atti incivili nei loro terreni.
Accade, purtroppo che in ogni caso - alla fine - si punisce spesso chi non ha colpa, chi subisce un incontrollato ed indiscriminato abbandono di rifiuti - anche ripetuto – nella sua proprietà e con ingiustizia, viene caricato della spesa dello smaltimento senza avere nè colpa né dolo. E’ tristemente noto, infatti, che spesso le P.A. non riescono ad accertare le vere responsabilità dei materiali abbandonati e del deposito incontrollato dei rifiuti. Non possiamo esimerci dal pensare che tutto questo sia contrario allo spirito di una buona amministrazione e sia discutibile vessare il proprietario del terreno con un pesante onere, particolarmente se non attribuibile alcun profilo di elemento soggettivo di colpa.
Secondo noi (se possibile) andrebbe trovato un accordo fra le parti quando - come per lo smaltimento dell'amianto- i costi diventano copiosi e le modalità di intervento complesse. Da ultimo suggeriamo- senza alcuna presunzione di verità- una strada che potrebbe agevolare il nostro comune e responsabilizzare i proprietari e gli altri soggetti qualificati nella cura delle aree verdi pubbliche e non.
Perché non inserire nei Regolamenti comunali, unica fonte normativa dei Comuni, una disposizione che se inosservata dal proprietario o dai soggetti qualificati permetta di individuare una loro responsabilità. Ad esempio un articolo del seguente tenore: "Le aree di uso comune dei fabbricati, nonché le aree scoperte private devono essere tenute pulite a cura dei rispettivi conduttori, amministratori o proprietari, che devono inoltre conservarle libere da materiali di scarto anche se abbandonati da terzi. I soggetti di cui al comma precedente sono tenuti ad attrezzare le aree con idonee opere (recinzioni, ecc.) al fine di impedire l'accesso ad estranei per l'abbandono di rifiuti, fatte salve le autorizzazioni e le licenze edilizie necessarie”
Si potrebbe anche provare ad inserire nel bilancio comunale un piccolo accantonamento che potrà essere reso disponibile in caso di smaltimento amianto, così d'aiutare e far fronte ad una parte della spesa che il cittadino dovrà sostenere per smaltire il rifiuto pericoloso.
Vista la solerte e giusta applicazione della normativa in vigore - che approviamo con letizia e gaudio (usiamo un gergo ecclesiale non a caso, visto che di miracolo non si tratta, anche se qualcuno sostiene il contrario) - ritorniamo ad analizzare alcuni fatti accaduti di recente che non sono molto chiari. Quando i NOV sono stati mandati a sgomberare i rifiuti abbandonati in via Cascina Nuova, come mai non è stato intimato (prima) ai proprietari dei terreni di provvedere alla bonifica? Non vale lo stesso articolo di legge per tutti? Dalle foto che avete pubblicato su Facebook, si evince chiaramente che i NOV - per effettuare la 'ronda spazzina' - sono entrati nel terreno privato. Ma è stata chiesta l'autorizzazione al proprietario per accedere ? E ci chiediamo ancora: Ma i Nov lavorano su segnalazione o richiesta di privati che preferiscono evitare di fare il lavoro in casa loro ?
E' certamente singolare che l'area in questione fosse pubblica al momento dell'intervento e privata al momento dell'ordinanza: o no ?
Non è il caso di scomodare un'ordinanza del comune, magari proprio su indicazione dei proprietari terrieri? In più ci risulta che l'area in questione non sia stata neanche recintata per sicurezza, né segnalata la presenza d'amianto. Nel frattempo, suggeriamo di farlo. Le cose così non vanno bene: sono incomplete.
PS. Di seguito riportiamo la risposta dell'assessore Manes (formato jpg)
Se non avete in cacchio da fare date una mano anche voi invece di criticare e basta.
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