sabato 10 aprile 2021

Orti Urbani 1: la teoria del caos

Gli orti urbani, realizzati in Via Treves, costati uno sproposito per dei bilanci comunali a detta di qualcuno perennemente in affanno, sono stati inaugurati, non senza travaglio, a causa della mancanza di coltivatori diretti, nell'ottobre 2019.
Inaugurazione in grande stile con immancabile "personalità" , in questa circostanza nientepopodimeno di un vice ministro della Repubblica (unico caso planetario) con rinfresco gentilmente offerto da terzi, come si addice alla egocentrica individualità del deus ex machina alla guida dell'attuale Amministrazione. Peraltro intervenuto a questo pomposo avvenimento con il vestito della festa, cravatta approssimativamente sistemata attorno al collo pronto per essere immortalato e consegnato alla storia dalla stampa "amica". Quella prona, sempre docile e costantemente ben disposta a parlar bene di questa eminente personalità.
L'invito è rivolto a tutta la cittadinanza, ma dell'oceanica folla attesa per una così grande opera, anche finanziaria, seconda sola alla sostituzione dell'ormai mitico citofono del Municipio, non c'è traccia.
Ad assicurare un certo numero di comparse ci pensa la macchina organizzativa della propaganda pentastellata che raccoglie le truppe dei comuni limitrofi.

Quindi tra componenti della Giunta, Consiglieri comunali, forze dell'ordine, membri del clero, scorta (armata?) della "personalità", giornalisti convocati per rendere imperituro l'evento, i pochi assegnatari degli orti, gli addetti al rinfresco, i sigg. del CAP che ne hanno assicurato, con quattrini nostri, l'irrigazione ricorrendo all'acqua della falda, qualche curioso casualmente in transito e, appunto, un numero imprecisato di milizie 5stelle giunte da ogni dove, viene assicurata una presenza quantitativamente accettabile.

Poi il disinteresse generale. Una indifferenza che consente agli assegnatari di ignorare il regolamento, molto probabilmente mai letto e dunque di disattenderlo. Gli orari inizialmente stabiliti vengono prontamente modificati (sbagliati prima e ancor peggio dopo) al fine di assecondare la loro frenesia orticola e il numero imprecisato di chiavi consegnate agli assegnatari fa sì che nell'area entri chiunque le abbia o le abbia ricevute o duplicate.

Cominciano da subito ad apparire "bidoni" di un bel colore azzurro la cui funzione non è nota e si osserva un continuo andirivieni di persone che fanno la spola tra l'"appezzamento" e la roggia dismessa del Villoresi per gettarvi sassi e cespi d'erba, risultato indesiderato della vangatura della particella assegnata; quando va bene. Quando va male si adotta un metodo più sbrigativo e meno faticoso, si gettano semplicemente nell'area verde contigua, a capocchia. Dopo di che appare di tutto sulle recinzioni confinarie; sacchetti appesi di ogni grandezza e colore e si introduce di tutto dai pallet ai secchi di ogni foggia e dimensioni, sedie, tavoli, ombrelloni. Poi, sempre nella più totale anarchia, ci si avvale di rumorosi mezzi meccanici per dissodare la propria particella, cosa espressamente vietata. Il tutto avviene nella più assoluta noncuranza del regolamento a dimostrazione che se ne può fare a meno. 

Nessuno viene a vedere cosa succede, ne se chi accede all'area, ha titolo per farlo. Gli orti dal giorno dopo quel fatidico 12 ottobre 2019 sono diventati terra di nessuno o meglio proprietà privata. Fortuita coincidenza, ma l'inaugurazione è proprio avvenuta il 12 ottobre giorno in cui, alcuni secoli fa, un visionario navigatore scopriva l'America e, in nome della Chiesa e della Corona, ne prendeva "possesso"
La storia, spesso, si ripete.

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