Sicuramente il mistero delle fioriere, poste davanti al Municipio, audacemente manomesse disdegnando stoicamente la canicola del luglio 2019, avrebbe suscitato l'interesse di Georges Simenon, senza dubbio il più noto e prolifico "giallista".
E' un mistero, per parafrasare qualcos'altro, in chiaro.
Cioè vi sono immagini inconfutabili, mezzi ed autori riconosciuti che certificano e rivendicano sui social l'intrepida impresa.
Dunque qual'è l'arcano, l'irrisolto enigma delle fioriere?
E' da ricercare in una semplice, breve parola: autorizzazione.
Sedriano ha l'incommensurabile fortuna di avere un primo cittadino dinamico, preparato, lungimirante, atletico seguito da un numero sterminato di ecc. ecc, ma anche buontempone. In una assolata giornata estiva decide di estirpare, coraggiosamente, il contenuto di queste fioriere ree di ospitare vegetali da lui ritenuti non idonei e/o conformi alla sua idea di verde. De gustibus. Ma chi l'ha autorizzato? Può disporre liberamente e discrezionalmente degli arredi urbani, delle fioriere, dei parchi, delle auto municipali? Lui crede di sì, però si sbaglia. Dopo enne interventi abusivi, tagliando e potando qua e là e, altrettanti nostri richiami fa una sorta di coming out istituzionale ammettendo candidamente e ipocritamente di aver sottovalutato l'aspetto autorizzativo.
Tutto chiarito, tutto risolto? Macché! Ha una insopprimibile idiosincrasia per il verde, ama solo i fiori. Li predilige per la delicatezza, per i colori, per i profumi? Non lo sappiamo. Quel che ancora NON conosciamo, nonostante le richieste, numerosamente reiterate, di chiarimenti, sull'accaduto indirizzate agli uffici e a Lui -dal lontano luglio 2019-, è chi, perché e soprattutto SE sia stato autorizzato. Il detto popolare che "chi tace acconsente" non risponde affatto ad una esigenza di trasparenza e assunzione di responsabilità, ma come diceva Don Abbondio: "chi il coraggio non ce l'ha non può darselo".
Pontifichi meno sulle regole, semplicemente le osservi, quanto al coraggio non sapremmo davvero cosa consigliarle, il suo è un caso disperato.
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