Il 28 aprile è la giornata mondiale dedicata al ricordo di chi ha perso la vita in un incidente fatale mentre svolgeva la propria professione e di chi, invece, si è ammalato ed è morto a causa della “fibra killer”, è un’occasione per ricordarli tutti”.
Smettiamola però di chiamarle “morti bianche”.
Non sono bianche, non c’è niente di candido o di innocente in questi decessi.
GIUSTO PER NON DIMENTICARE:
- 6000, sono le persone che muoiono in Italia ogni anno a causa dell’amianto e il numero sale di anno in anno, si stima che il picco massimo si raggiungerà del 2020;
- Sono passati 25 anni dalla sua messa al bando in Italia, ma ancora questo materiale è diffusissimo in tutto il territorio del paese;
- Ad oggi, nonostante la sua accertata pericolosità, non esiste una normativa internazionale che ne limiti la produzione e la commercializzazione. Sono solo sessanta i paesi nel mondo ad aver bandito l’amianto;
- Fino al 1992, l’Italia è stato il secondo produttore europeo di amianto, dopo l’allora Unione Sovietica, e ancora ad oggi, su tutto il nostro territorio, ci sono circa 40 milioni di tonnellate di amianto, ovvero materiali contenenti amianto, in circa 50 mila siti, e un milione di micrositi;
- Sino al 2016, 2.236 siti sono stati bonificati e 41.350 restano ancora da bonificare, mancano tutti i siti non censiti;
- La stima è purtroppo destinata a crescere, vista l’incompleta documentazione inviata al Ministero dalla regioni. La Calabria non ha mai inviato il report annuale e altre cinque regioni ( Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata) non aggiornano i dati dal 2014;
- In Italia, sino a marzo 2015, solo 10 regioni su 20, hanno concluso il censimento e realizzato la necessaria mappatura del territorio;
- 400, i siti individuati per una bonifica prioritaria fra cui molte scuole ed edifici pubblici;
- Ancora oggi molti non conoscono la pericolosità dell’amianto. Manca ancora un’adeguata informazione sulle modalità di comportamento per eseguire correttamente interventi di bonifica e sui rischi derivanti dall’esposizione alle fibre pericolose, dovuta al deterioramento dei siti nonchè sullo smaltimento illegale di questo materiale.
- 6.000, i decessi per patologie asbesto correlate (circa 3.500 solo per tumore al polmone, cui si aggiungono tutte le altre patologie neoplastiche – tumore della laringe, dell’ovaio, della faringe, dello stomaco e del colon retto e quelle fibrotiche – asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici e per complicazioni cardiocircolatorie).
- 1.900, i nuovi casi di mesotelioma, con un particolare incremento dopo i 50 anni, secondo i dati pubblicati da “I numeri del cancro in Italia 2016 di Aiom /Airtum”. Questi dati sono corrispondenti a quelli censiti da O.N.A.;
- 1 su 234, gli uomini in Italia che rischiano di sviluppare questa patologia.;
- 1 su 785, le donne in Italia che rischiano di sviluppare questa patologia.;
- 4% i decessi oncologici per mesotelioma in entrambi i sessi;
- 2.732, i pazienti ad oggi, in Italia, con diagnosi di mesotelioma;
- 2.400, sono le scuole italiane in cui sono presenti amianto e i materiali di asbesto;
- 1000, gli anni necessari per rimuovere totalmente ogni traccia di amianto in Italia. Il Prof. Boeri, Presidente dell’INPS, ha stimato, ottimisticamente, in 85 anni il tempo necessario per poter bonificare tutto l’amianto presente nel territorio nazionale.
DI AMIANTO SI MUORE E’ BENE RICORDARLO
Nessun commento:
Posta un commento