Con la determinazione n. 126 del 13/4/2017 è stata scritta la parola fine alla consueta e travagliata vicenda del falò di S. Antonio.
Non vogliamo tediare riassumendo le vicende che lo hanno caratterizzato, ampiamente dibattute su media, social, e presto anche in tribunale.
Quindi ci atterremo alla ragioneria, alla contabilità, aspetto un po' meschino quando si parla di tradizioni e di questa in particolare, così ampiamente "sentita" e "popolare" anche se sopravvissuta solo nella parte più prosaica - spettacolare e teatrale - mentre quella più profonda, nobile e religiosa smarrita per strada, pare non desti alcun interesse da parte degli strenui difensori del falò, quello colossale e bugiardamente compatibile ambientalmente.
Riassumendo: 500€ circa per l'acquisto di legna "buona", da sommarsi ai 900€ per le analisi delle ceneri del falò "non buono" incendiato da psicopatici.
Vanno aggiunti i 7000€ per lo smaltimento delle ceneri e del legno incombusto: totale 8.400€ circa, salvo ulteriori imprevisti: improbabili, ma non da escludersi.
Una somma fenomenale.
D'altra parte, quando gli amministratori sono dei fenomeni, il risultato non può - ovviamente- essere diverso.
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