Cogliamo l'occasione dell'ennesimo taglio di un albero, più precisamente del gelso del parcheggio di Via Treves, senza alcuna logica ne necessità per parlare della gestione del verde; esemplare, da manuale.
Non rompeva i coglioni, ops il marciapiede, non interferiva con strutture tecnologiche, ne con l'illuminazione pubblica. Dunque paerché ? Non aspettatevi nessuna razionale giustificazione, perché il perché semplicemente non esiste. Esiste invece una tenace perseveranza nel tagliare ed estirpare. Una pratica sedrianese così diffusa e radicata da ritenerla un caso di studio, clinico, patologico.
Se elencassimo il numero degli alberi tagliati, senza essere sostituiti, sarebbe kilometrico. Cominciamo dall'alberatura di prunus del parcheggio di Via Meda, una quindicina, poi quelli di Via Tiziano, dei liriodendri di Via Magenta (10), dei platani e tigli di Via Fermi, del tentativo di abbattere le querce di Via Treves e poi gli alberi tagliati qua e là nei parchi, due paulonie e pini domestici nel parco di Via Papa Giovanni XXIII, di quelli tagliati in Via Magenta/Papa Giovanni per realizzare la nuova rotatoria e così via.
Un acero americano in via San Massimo, ma anche un cedro di Via De Amicis, poi fortunatamente scongiurato, le piccole conifere tra via De Amicis/Via Colombo degnamente sostituite da cemento, esteticamente un obbrobrio. Vogliamo parlare anche del tasso di Via Volta deceduto con straordinario tempismo, in coincidenza con l'apertura della via al traffico veicolare?
Per non parlare di potature inutili, dannose e costose come ad esempio quelle di operate sui celtis monumentali di Piazza della Repubblica. Potature che hanno compromesso la loro morfologia e salute al punto da escluderli, per questa ragione, dall'essere inseriti nel Registro degli alberi monumentali della Regione Lombardia. Omettiamo per senso del pudore le ultime che hanno massacrato senza ritegno le albizie di Via Gagarin e gli aceri del Parcobaleno, senza contare le siepi di lauroceraso che "occultavano" i giochi. Poi ci sono i viali alberati mancati. Decenni di incuria, meglio menefreghismo (questo è il termine corretto) che giustificano le fallanze di Via Cesare Pavese, di vicolo Toscanini, e di quelle strade popolate da gracili e scheletrici alberi come in Via Don Puglisi, Impastato e compagnia (zona Bennet).
Insomma un disastro.
D'altra parte cosa aspettarsi da un'Amministrazione e da un "ufficio competente" che hanno impiegato più di 5 (cinque) anni per censire 4 (quattro) alberi monumentali e solo perché incalzati fino alla nausea da Sinistra di Sedriano.
Quegli stessi che non sono riusciti a far rispettare gli accordi notarili per il Parchetto di Via L. da Vinci con il McDonald's, che non sono riusciti ad attuare il censimento del verde come promessoci, quelli che dal 2012 stanno lasciando un'area verde di 35.000 mq, la cava dei bottoni, di Via Mattei inibita alla pubblica fruizione ecc. ecc.
Quelli che non riescono a sostituire un rubinetto che perde e intervengono chiudendo invece la linea, quelli che non stanno attivando gli impianti di irrigazione da anni ecc. ecc.
Però adesso basta, la misura è colma. Ogni decisione deve essere giustificata da un pubblico interesse. Quindi il depauperamento di un patrimonio ambientale, senza alcuna ratio rientra in questa ipotesi? Certamente no, pertanto agiremo con determinazione di conseguenza. C'è sempre quel famoso caso pilota che fa giurisprudenza.
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