E' stata pubblicata la delibera n. 17 del 17/1 (fausta o funesta coincidenza?) riguardante la realizzazione della pista ciclo-pedonale interamente finanziata, con mezzo milione di euro, dalla Regione Lombardia. Questa monumentale delibera composta da 633 pagine scoraggerebbe chiunque, anche il più tenace stacanovista. Però in attesa di video esplicativi che verranno, supponiamo a breve, erogati dall'Amministrazione per illustrare scelte e criteri progettuali, cercheremo di riassumere il tutto in alcune brevi considerazioni. Cosa comunque non facile.
Primo tratto: dalla ex Statale 11 - pista ciclabile già esistente di via Villoresi.
In questo tratto, lungo oltre 300 metri e largo nella parte iniziale alcune decine di metri, si riusciranno a porre a dimora, su diverse migliaia di mq di terreno 2, dicasi due querce confinate, incredibilmente, nei due angoli più reconditi e con spazio limitato. Al contrario verrà creata una "foresta" costituita da cespugli ed arbusti di difficile, costosa e costante gestione manutentiva. L'esito, visto la cura del verde di questa e delle precedenti amministrazioni sarà inevitabilmente scontato. L'esatta replica del fontanile di Casa di Via L. da Vinci. Inguardabile. Non solo, nonostante non manchi lo spazio per realizzarla centralmente si preferisce affiancarla, chissà per quale ragione, al canale Villoresi. Questo comporta, per ragioni di sicurezza (discutibili), la creazione di un parapetto metallico in ferro verniciato lungo tutto questo tracciato. Centinaia di metri di una inutile e antiestetica barriera visiva. Costo e manutenzione, ex post, non considerati.
Secondo tratto: da via L. da Vinci - Via Garibaldi
Anche qui per un'attrazione "fatale" per l'acqua la pista viene concepita lungo il Villoresi in sostituzione dell'attuale marciapiedi in autobloccanti che viene "trasferito" sul lato opposto. Attraversare la strada in diagonale movimentando il percorso avrebbe cambiato qualcosa? Inoltre, chissà se qui, in virtù di esigenze di quella invocata sicurezza, si provvederà ad innalzare il parapetto metallico già presente. Magari fino a 180 cm, misura ritenuta congrua come per il parco di via Fagnani. Non vorremmo si adottassero due pesi e due misure. Barriere e muri, meglio se alti e robusti, sono di gran moda. Ancor più se sorvegliati e integrati con filo spinato.
Terzo tratto: da via Garibaldi - nuova viabilità, prosecuzione di via Papa Giovanni XXIII
E' il segmento più lungo ed arioso. Si abbandona la trafficata Via Magenta e si percorre l'ampio spazio verde tra il Villoresi e l'area di recente (eccedente) urbanizzazione. Anche qui come in Via Villoresi è prevista un'alberata di un consistente numero di soggetti. Uno sproposito, 35! Precisamente 2 querce, 7 pioppi neri, entrambe e solo queste specie di grandi dimensioni, il resto di più modesto sviluppo, cioè 9 prunus padus (ciliegio a grappoli), 9 aceri campestri e altrettanti carpini bianchi (betulus). Specie, queste ultime, sensibili alla siccità. Esemplari distribuiti lungo centinaia di metri di percorso.
In compenso se abbiamo ben interpretato il "cartiglio" che si incontra solo alla pagina 622, viene preservata - forse e in parte- la vegetazione già esistente ai bordi del canale, costituita in prevalenza da robinia. Tuttavia in prossimità di via Garibaldi la pista piega verso nord fino a raggiungere il solito Villoresi: ne consegue il solito parapetto in ferro. Una cinquantina di metri.
Per il momento pensiamo basti ed avanzi...per le prime riflessioni. In ogni caso 4.200 arbusti e 37 alberi ci pare francamente una aberrazione.
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