lunedì 20 marzo 2017

Marciapiedi estensibili

Che Sedriano sia urbanisticamente "disordinata" è di tutta evidenza.
Intendiamoci, è in buona compagnia ed è il frutto avvelenato di una crescita priva di  un vero e proprio progetto urbano complessivo, organico, compiuto e funzionale.
Aggiungiamo appetiti insaziabili di faccendieri, speculatori abituali e recidivi, palazzinari professionisti, una spruzzata di connivenze politiche ed incompetenza e il risultato finale non può essere diverso da quello che vediamo. 
La situazione descritta ed il modo di operare tuttavia non appartengono solamente al passato.
Infatti, si programmano anche in questi giorni interventi spot, senza priorità  ne visione d'insieme. All'occorrenza.

Ed ecco quindi nascere i marciapiedi estensibili, cioè quelli "allargati". E non per consentire un più agevole passaggio a pedoni e similari, apparentemente dettato dall'esigenza di messa in sicurezza e all'adeguamento di norme interpretate a richiesta, (visti i  precedenti dinieghi) a consumo, per così dire, individuali, quanto piuttosto per future esigenze "commerciali", per quanto ipotetiche.

La cosa curiosa è che l'abnorme lievitazione del marciapiede di via Mazzini comporta obiettivamente un  evidente aumento del rischio per pedoni e velocipedi che transitano sul lato opposto, come logica conseguenza del restringimento del calibro della strada. 
Ma la cosa davvero incomprensibile è che la finalità di avere un più ampio marciapiede viene compromessa in origine dall'ipotesi di occupare quello stesso spazio pensato per i cittadini, come estensione fisica di una attività commerciale: certo dietro pagamento, ci mancherebbe altro.

Ma è mai possibile che un marciapiede si allarghi e si restringa a comando, a discrezione, ad uso e consumo proprio e/o della propria attività commerciale e non per più nobili ed universali esigenze collettive?
Non è un certo un caso insolito, isolato. Il bar in via Vittorio Veneto ne è una perfetta duplicazione: ampio marciapiede, "ristretto" da fioriere e tavolini e chissà se lo spazio residuo è da considerarsi a norma? Idem per il bar di via Trento e via dicendo.

Insomma dei marciapiedi a fisarmonica, dove un giorno transitano comodamente passeggini gemellari e quello seguente tutti rigorosamente incolonnati in fila indiana per la drastica " cura dimagrante".

Sono le stesse logiche per cui si svilisce e si deturpa il paesaggio con cartellonistica pubblicitaria disseminata a sproposito lungo le strade, per incamerare spiccioli. Soldi, sempre soldi, ducati, fiorini, marenghi. 

Ma è davvero questo il solo modo di amministrare?       
Ci riserviamo di approfondire le disposizioni del Codice della strada perché svoltare in via Verdi non sarà impresa da poco, comporterà davvero una perizia di guida notevole che metterà senza alcun dubbio a dura prova la recinzione della scuola materna o il nuovissimo marciapiede. In questo crediamo di non essere indovini, ma facili profeti.



Ps. Non nascondiamo una certa curiosità in merito ai costi di un simile intervento. Chissà se qualcuno, in nome di quella cristallina trasparenza... e della spasmodica attenzione ai costi, vorrà comunicarlo ai sedrianesi.

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