Non avremmo mai immaginato di doverci occupare anche di una pagina Facebook... ma tant'è.
Considerato che i social ormai - piaccia o meno - fanno parte a tutti gli effetti del quotidiano, ci tocca - nostro malgrado- porre una piccola riflessione su un gruppo FB locale.
I gruppi "Sei di ... Se" nascono qualche anno fa spinti da un effetto nostalgia.
La bacheca di Facebook diventa così un contenitore di ricordi, suggestioni, foto vintage spesso molto malinconiche.
Una condivisione della memoria che coinvolge tutti, senza distinzioni di età, attraversando ogni generazione.
Lo scopo iniziale era anche condivisibile.
Tutti probabilmente hanno dato un occhiata al gruppo del paese dove hanno passato l'infanzia, cercando magari un ricordo, la foto di un vecchio amico, di un compagno di scuola, di un parente, o anche - semplicemente- uno spaccato di vita sociale del paese.
Con l'andare del tempo questi gruppi si sono trasformati; non vorremmo ricordare in cosa si trasformò "Sei di Sedriano se..." nella famosa notte del 17 gennaio 2017...
Oggi i ricordi non vengono quasi mai condivisi, queste pagine sono diventate uno strumento per chiedere informazioni di ogni tipo (conoscete un meccanico, un dentista, cerco casa, ecc...).
Si può essere più o meno d'accordo, ma su un argomento in particolare vorremmo attirare l'attenzione: la gestione delle pagine e il divieto di condividere questioni politiche locali.
Non vogliamo entrare nel merito della decisione, ma come accaduto di recente, se un gruppo politico locale organizza un evento pubblico che potrebbe essere di interesse generale, lo si dovrebbe condividere. È capitato anche a noi di partecipare ad eventi organizzati da altri. Ma - stranamente- se questo evento viene condiviso sulla pagina "Sei di Sedriano Se..." viene puntualmente censurato perché ritenuto di "matrice o impostazioni politica e/o partitica".
Il gestore del gruppo permette però che i post e le informazioni che riguardano l'amministrazione comunale possano essere tranquillamente condivise a prescindere.
La motivazione addotta sarebbe che tali informazioni non riguardano la figura politica (esempio) del sindaco, ma il suo ruolo istituzionale (!?!).
Quindi, passa tutto ciò che l'Amministrazione Comunale propone, fa o dice di fare.
Tutto viene pubblicato senza consentire nessun tipo di opinione, commento o critica politica.
Tutto viene pubblicato senza consentire nessun tipo di opinione, commento o critica politica.
Di fatto la voce delle minoranze si azzera - relegandola - ad un ruolo di perenne propaganda politica; di "disturbatori" in cerca di continua visibilità.
Il risultato? Semplice! Una pagina locale diventa megafono del sindaco, senza nessuna opportunità di replica da parte dei gruppi politici di opposizione, se non il diritto individuale di "mugugno" evitando però di esplicitare la propria appartenenza. Pena censura immediata del commento.
La democrazia interpretata a proprio piacimento.
Non solo. La cosa assurda, e a noi è capitato più volte, è quando vengono condivisi commenti nei quali il sindaco "bacchetta" membri o gruppi politici di opposizione.
In questo caso, - "democraticamente" - non viene consentito nessun commento o replica.
Questo atteggiamento, sappiamo bene, ha un nome... censura.
Una situazione kafkiana che rispecchia in pieno l'idea politica di Cipriani & compagnia.
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