Condividiamo appieno le perplessità e la contrarietà dei commercianti sedrianesi per l'ipotesi contenuta nel PGT - affatto remota - di realizzare nell'ex area Borletti una struttura commerciale con una superficie di vendita di 1.500 mq; quindi non propriamente un negozio di vicinato. Soprassedendo a considerazioni generali, ovvero se sia necessario oltre che utile, un nuovo supermercato in prossimità di numerosi altri, (modello ormai in crisi e negli USA, dove è nato, si sta procedendo da tempo in senso inverso, cioè chiusura delle grandi superfici e ritorno a forme di vendita più tradizionali) vorremmo soffermarci su quanto indicato nella VAS ( valutazione ambientale strategica ) pag. 187 per comprendere se quanto indicato risulta compatibile con questa proposta.
Citiamo testualmente: dovranno essere eseguiti studi sulla viabilità e sul traffico generati dal nuovo insediamento commerciale... dovranno essere previsti accorgimenti ed opere per limitare l'impatto acustico... si dovrà prevedere un indagine preliminare di presumibile inquinamento (pregressa attività produttiva)... dovranno essere adottate soluzioni di mitigazione ambientale e visiva per l'adiacenza dell'ambito al Parco Agricolo Sud Milano...
Insomma problematiche non da poco, ma certamente tecnicamente risolvibili.
Meno risolvibile è comprendere la logica sottostante e l'utilità di questo nuovo insediamento commerciale: a chi e a cosa serve? Di certo non ai sedrianesi, forse a qualche sedrianese?!
Dopo aver trasformato le statali in strade urbane caotiche e perennemente intasate, costipate ai lati di super/ipermercati quali scintillanti vetrine, ora è la volta delle cinconvallazioni, (sistema viario che organizza la circolazione dei veicoli in modo decentrato attorno ad una città). Bene! Avanti tutta, ma siamo certi che questo sia il modello urbano migliore ? Pensiamoci...
È' sinceramente una minestra riscaldata che non ha niente di innovativo e non rispecchia i reali bisogni del nostro paese. Pensiamoci. È la cronaca di un'estinzione; negli ultimi anni nel nostro paese hanno chiuso i battenti numerosi negozi, schiacciati dalla sregolata avanzata delle mega strutture di vendita. L'equilibrio fra piccola e grande distribuzione oggi è saltato. Se chiudono le botteghe in centro non è solo il singolo commerciante a soccombere ma è l'intero paese che muore. Sedriano, senza luci delle vetrine, bar e locali aperti, muore; il suo centro storico perde la valenza di luogo identitario, di spazio relazionale, di aggregazione e diventa un non luogo, un banale luogo di transito, uno spazio che disincentiva la socialità, così cresce il disagio giovanile e sociale. Dopo i 24 mesi di commissariamento, che finalmente stanno giungendo al termine, il paese purtroppo si ritrova con ben altri problemi da affrontare, incuria e degrado del territorio, tariffe comunali salate, debiti da sanare, centro cittadino poco valorizzato e tanto altro. È pur vero che i comuni non sanno più come fare cassa e permettono alle grandi distribuzioni di proliferare, sperando negli incassi degli oneri di urbanizzazione che le mega strutture portano, ma "il troppo stroppia" e così non si può più andare avanti, serve una moratoria ed è bene che ogni comune, partendo dal più piccolo, faccia la sua parte in questo senso.
RispondiEliminaSe col voto - ci sarà concesso dai cittadini - di far parte del governo del paese, ci opporremmo fermamente a questo inutile progetto, privilegiando eventuali nuovi insediamenti che diano servizi veri ai cittadini, non il solito mega negozio di vestiti e scarpe, ma strutture ricettive culturali, sportive, di svago per i sedrianesi.
Rossella
Sia politicamente che tecnicamente, quanto indicato nello stralcio della VAS, è il percorso più insolente e indifendibile che una pubblica amministrazione dovrebbe sostenere. Mi occupo di materia Urbanistica da oltre venti anni e ne ho viste di tutti i colori ma Sedriano si distingue su tutti, per la costanza profusa verso il suo crescente declino. La disponibilità di un'area dismessa come la ex-Borletti, con una estensione di superficie importante ed una potenzialità qualitativa di riqualificazione urbana così incisiva, gestita, immaginata e progettualizzata da menti capaci sarebbe una grandissima risorsa oltre che una vera possibilità per rilanciare il benessere cittadino attuale. Sediano non ha certo bisogno di nuova "animazione" commerciale, concepita con uno slittamento decentrato, ma sicuramente di servizi pubblici basici (sociali, culturali, amministrativi...ecc ecc) di qualità. Lacune incolmabili ottenute grazie a lunghi decenni di pessima e oltraggiosa amministrazione urbanistica.
RispondiEliminaPotrei andare avanti all'infinito nel descrivere lo scandaloso scempiaggio urbano a cui ho, mio malgrado, assistito nei miei modesti 52 anni di cittadinanza sedrianese ma preferisco non spingermi oltre in questo mio picco intervento.
Grazie per il contributo critico offerto con questo articolo.