Questa volta ci
rivolgiamo direttamente all'opinione pubblica e ai sindacati, nello
specifico la FILCAMS-CGIL.
Cosa sta succedendo al Bennet di
Sedriano ?
All'inizio furono
segnalati casi di risoluzione di rapporto durante il periodo di prova
facendo firmare al dipedente una famigerato articolo 48 spiegando a
parole che era un licenziamento dovuto alle mancate vendite del
centro. In realtà l'articolo in questione, nel CCNL del commercio è
relativo, guarda caso, al periodo di prova.
Quindi oltre il danno
anche la beffa. Si perchè il dipendente a questo punto avendo
firmato la lettera (in buona fede) risulta che Lui ha risolto il
rapporto di lavoro e non l'azienda come effettivamente è avvenuto.
Adesso invece accade che, quando non vengono confermati i contratti a tempo determinato, al
dipendente viene chiesto di firmare una lettera di non conferma per
accettazione, senza dargli la possibilità di leggerla, rimandando la
lettura della stessa a casa.
Oltre il comportamento
indelicato nei confronti di tutti quei dipendenti che si sono
adoperati senza sosta per mesi, senza nessuno ringraziamento da parte
dell'azienda, è anche un atteggiamento poco trasparente.
Quindi, alla consegna della
lettera di fine rapporto di lavoro, consigliamo al personale di non firmare nulla.
Alla FILCAMS-CGIl
chiediamo invece se tale comportamento è corretto, se l'azienda non
debba inviare tale comunicazione a casa con raccomandata A/R.
Al sindaco questa volta
non abbiamo chiesto nulla, poiché alla luce del suo comportamento
sino ad ora i casi sono due:
- Manca completamente di autorevolezza nei confronti di Bennet.
- Lui stesso ha introitato questi atteggiamenti di politica del personale come ormai prassi consolidata nel mercato del lavoro.
Non dimentichiamoci che,
il nostro sindaco è un esponente di spicco del PDL, partito che
vorrebbe rendere ancor più negativa, per i lavoratori, la riforma
del mercato del lavoro.
In entrambe le
circostanze possiamo amaramente constatare che, non otterremo mai
nulla da Lui contro i poteri forti.
Il capogruppo PDL di
Sedriano ha scritto sulla stampa che, il Bennet non è un ente
benefattore, quindi sta sul mercato per fare profitto con tutti gli
strumenti necessari per questo scopo.
Quindi l’uno o l’altro,
oppure molto probabilmente entrambi, non possiamo fare altro quindi
che ribadire quello che, abbiamo pubblicato sui nostri manifesti in
questi giorni:
Difendiamo i diritti dei lavoratori. Difendiamo l'articolo 18.
Sinistra di Sedriano
Purtroppo non è tutto oro quello che luccica....l'articolo 18 ha aiutato buoni a nulla, fannulloni e parassiti a conservare un posto di lavoro, ai danni del datore di lavoro e della sua attività.
RispondiEliminaAnzichè parlare di articolo 18 dobbiamo parlare di meritocrazia.
Chi lavora bene, con coscienza ed impegno, determina un guadagno al datore di lavoro, che difficilmente se ne sbarazza senza ragione.
La verità a volte ha due facce e spesso una viene volontariamente nascosta
Non dire cazzate !!
RispondiEliminaA volte il silenzio è meglio di 1000 parole, soprattutto se quest'ultime sono cazzate !
caro Robespierre;
RispondiEliminaVorrei che tu mi spiegassi qual'è il nesso che intercorrerebbe a tuo avviso tra articolo 18 e il concetto di "meritocrazia"..
I fannulloni vanno cacciati. L'articolo 18 li ha protetti per troppi anni.
RispondiEliminaSe non vedi il nesso....
Se parliamo di cazzate ...ti cosiglio di rileggere l'articolo...è lì che ne troverai tante...
Speriamo che tua sorella o tua moglie (se sei un maschietto) non debbano mai avere bisogno di lavorare in un postaccio come quello...........
RispondiEliminaCiao, affabulatore del nulla.
giuseppe
Mia sorella e mia moglie hanno studiato e lavorato sodo, anche di notte e qualche volta saltando le ferie, andando in ufficio anche con 39 di febbre...forse è per questo che hanno un impiego appagante e non temono di essere licenziate.
RispondiEliminaCiao anima inconsistente
Egregio sig. Robespierre,
RispondiEliminaLeggendo i suoi interventi si capisce per quale motivo abbia usato questo pseudonimo per coprire la sua identità.
Infatti Robespierre sosteneva durante la rivoluzione francese la politica del Terrore, nel corso del quale si procedette all'eliminazione fisica di tutti i possibili rivali della Rivoluzione stessa.
Il numero delle vittime causate dal periodo del Terrore è quantificabile con difficoltà: circa 35.000 esecuzioni, delle quali ben 12.000 senza processo. La metodica cancellazione di ogni forma di dissenso fu eseguita anche mediante l'incarcerazione di circa 100.000 persone soltanto perché sospettate di attività controrivoluzionaria.
Purtroppo Lei confonde la meritocrazia con l’obbedienza e la disponibilità che insieme diventano sottomissione e sudditanza.
Per quale motivo per non essere licenziati occorre lavorare con 39 di febbre e rinunciare alle ferie? Appunto per sottomissione e sudditanza, fosse per gente come Lei saremmo a livello del Medioevo.
Ogni imprenditore ovviamente illuminato ben sa, che il progresso ed il miglioramento deriva dalla critica, e la critica si esprime solo in totale libertà.
Oggi purtroppo molti datori di lavoro, sono attenti solo al massimo profitto con la minima spesa, ed è solo grazie alla sudditanza di molti che riescono a farla franca. Quando poi in ogni caso diventano troppo costosi, anzianità, morbilità ed anche giustamente rivendicazione di salari consoni alla collaborazione effettivamente data, che non è la sudditanza che sostiene Lei, vengono allegramente accompagnati alla porta.
Ma prima o poi la gente aprigli occhi, e se capisce che, il vecchi motto; “l’unione fa la forza, è ancora più che mai valido” capita spesso che, questo datori di lavoro dediti allo sfruttamento, devono loro malgrado arrivare ad un compromesso che, gli imprenditori illuminati chiamano accordi sindacali.
Guarda caso le migliori aziende italiane dal punto di vista del profitto per gli azionisti che del clima aziendale e del salario dei lavoratori dipendenti, sono proprio quelle che hanno buoni accordi aziendali.
Svegliati Robespierre, siamo nel 2012 non nel Medioevo, il terrore non paga più e chi persevera su questa strada prima o poi paga il conto.
Buonasera a tutti.
RispondiEliminaAl di là dei reciproci toni ostili che rovinano decisamente la discussione e ne inquinano completamente i benefici, credo che a prescindere dalle singole personalità alla base del tutto ci debba essere la salvaguardia delle libertà e dei diritti di ogni singolo lavoratore. E' insopportabile dover leggere ultimamente si dovrebbe al limite ringraziare chi dà lavoro vista la crisi che c'è...dico, scherziamo? Il lavoro viene offerto proprio perché chi lo offre ne consegue benefici altrimenti impossibili da raggiungere, altro che beneficenza! Il lavoratore ha il diritto, e sottolineo il DIRITTO, di limitarsi ad espletare le proprie mansioni lavorative perché per quelle e solo per quelle deve essere retribuito.
Innamorarsi del proprio mestiere è un'altra cosa e dista anni luce dal concetto di responsabilità che ho visto enunciare dal sig. Robespierre (appellativo dal sapore storico abbastanza ambiguo, tra spirito rivoluzionario e misero Terrore...). Andare a lavorare con 39 di febbre o saltare le ferie per amore del proprio lavoro è sì nobile, ma è insopportabile vederlo essere esaltato come un principio basico di una non meglio precisata virtù propria dell'essere onesti e operosi cittadini o esseri sociali: sono scelte che non debbono portare a forme di scontata e inutile comparazione. Sfido chiunque a lavorare nelle condizioni misere in cui versano certi ambienti e avere poi la voglia di andarci a lavorare con la febbre alta.
L'articolo 18 ne ha salvati tanti e ne ha difesi moltissimi di più, credetemi, in tanti e tanti anni. Discutiamo pure di riforma del lavoro, ma non prendiamo in giro le persone con insopportabili manfrine retoriche dello stile che ho letto per credersi migliori degli altri.
Anonimo, ha studiato la storia e questo le darà dei vantaggi anche in ambito lavorativo. Peccato che senza Robespierre ci sarebbe ancora l'Ancien Regime. La "nobiltà" per nascita e non per merito.
RispondiEliminaNella vita nessuno ti deve regalare niente, devi guadagnarti tutto.