domenica 3 maggio 2020

La drammatica situazione delle RSA

La drammatica situazione in strutture celebri come il Pio Albergo Trivulzio di Milano la conosciamo tutti, se ne è parlato sui "tiggi" nazionali, sono le piccole strutture di periferia, come "Il Gelso" di Vittuone, sulle quali però vorremmo accendere i riflettori.
Parte tutto dalla delibera XI/2906 di Regione Lombardia, la quale comunica che “A fronte della necessità di liberare rapidamente posti letto di Terapia Intensiva e Sub Intensiva e in regime di ricovero ordinario degli ospedali per acuti, occorre mettere a disposizione del Sistema Regionale i posti letto delle “Cure extra ospedaliere” (subacuti, postacuti, riabilitazione specialistica sanitaria (in particolare pneumologica), cure intermedie intensive e estensive, posti letto in RSA)”.
Tradotto: Abbiamo necessità di posti letto supplementari per i malati Covid-19 meno problematici, organizzatevi.

Su questa idea nefasta si è discusso, si discute e si discuterà ancora a lungo, perché la scelta di dirottare pazienti covid-19 in strutture popolate prevalentemente da persone anziane e molto deboli, ai nostri occhi, sembra assurda.

La giunta regionale, allineata e coperta, dichiara che no, la delibera è stata mal interpretata, il loro intento era quello di dirottare i positivi Covid-19 meno gravi in strutture organizzate, preparate e attrezzate per gestire questo tipo di malati, con reparti separati dagli altri degenti; detto questo non siamo qui per sindacare le scelte della regione, ci auguriamo che verranno giudicate nelle sedi opportune, con la giusta attenzione a tutti i dettagli ed approfonditamente.

Torniamo al Gelso, il quale si ritrova, di punto in bianco, una patata bollente da gestire.
Dal 8 Marzo 2020, giorno del decreto XI/2906, passerà un mese prima che al Gelso si riesca ad organizzare un intero piano dedicato ai malati Covid-19, semi-isolato dal resto della struttura.
Non ci sono dati ufficiali, le RSA di questo tipo, a causa della tipologia dei pazienti, hanno spesso a che fare col "tristo mietitore". Dalle indiscrezioni che filtrano, però, i deceduti di quest'ultimo periodo sarebbero 23, i dipendenti e collaboratori in malattia addirittura 36.
Ovviamente, proprio per la tipologia di degenti, sarà difficile, se non impossibile, avere un conteggio preciso dei defunti a causa di covid-19, oltretutto le strutture piccole come il Gelso in questo periodo non hanno sufficienti tamponi da usare sui pazienti.

La domanda da farsi è: perché se questa delibera regionale era tanto insidiosa, le RSA interessate non si sono opposte in maniera più decisa?
Denaro. Money. Argent. Dinero.

Queste tipologie di strutture ricevono pesanti sovvenzioni dalla regione, si parla di 30% sul totale dei finanziamenti, grazie ai quali riescono a barcamenarsi e stare a galla, difficile quindi poter dire di no alle richieste regionali.

Su Il Gelso e le molte altre strutture coinvolte nella vicenda sarà difficile avere completa chiarezza, non ci sono tamponi sufficienti per poter certificare le morti da Covid-19 e smarcarle dalle "normali" morti di una casa di riposo, quello che è certo è che la sanità, in Lombardia, sta palesando tutte le fragilità e le anomalie di un sistema troppo assoggettato all'utile e troppo poco al bene della gente.
Quello che ci auguriamo è che i parenti delle persone scomparse al Gelso possano, il prima possibile, conoscere la verità sui loro cari, perché la speranza, nonostante tutto, è l'ultima a morire.

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