mercoledì 7 marzo 2018

8 Marzo: Giornata Internazionale della Donna #DaUomoaUomo

C'è da chiedersi oggigiorno, se gli uomini non provano vergogna nell'appartenere ad un genere che da sempre - da secoli, scientificamente provato- si comporta come il genere che domina. Finché c’era la giungla poteva anche andar bene, ma oggi dovrebbero poter ambire a qualcosa di più significativo, anche in nome del progresso dell'umanità. Da qui nasce l’idea di dirsi “da uomo a uomo” quello che non hanno avuto il coraggio di dire mai: la violenza sulle donne è un problema degli uomini.
Finita la festa si scriveranno articoli dolci, forti ed emozionali e infine ci sarà il commento sulle manifestazioni delle donne. E poi? Al giro successivo ripartirà la giostra.
Ma quanta freddezza! Così invece proprio non funziona; va combattuta la fredda reazione che gli uomini hanno o avranno.

È vero, nessuno tende ad assumersi colpe per fatti che materialmente non ha compiuto. Bisogna insistere però, se gli uomini ammiccano ad ogni battuta sessista, se ad ogni situazione non perdono l’occasione per fare commenti “sulle gambe di quella, sulle tette o il culo dell’altra”. Poi, è vero, magari non sono loro quelli che danno lo schiaffo, che violentano o reagiscono con crudele violenza ad un no, ma sono quelli che creano quel brodo culturale dove la violenza prende vita e dove si crea terreno fertile per il maschilismo, il machismo o la misoginia.

Il pensiero è che ad un uomo dovrebbe dare fastidio a sentirsi trattare come una scimmia, come un animale. Ogni volta che si parla di stupri o violenze, l’unica soluzione che si prova a dare, è quella che verte sulla sicurezza: più controlli, più auto della polizia, più telecamere sui bus… meno donne libere in giro. Questo perché l’uomo viene paragonato ad una bestia, perché avere un pene lo rende irriformabile e per fermarlo servono solo gabbie. Come se l’uomo fosse condannato al suo ruolo storico di chi non riesce a fermare i propri istinti. E’ una visione dell’uomo preistorica e poco intelligente.

Ed è assurdo che nessun uomo si alzi e dica forte il contrario.
"Da uomo a uomo", dicano che il vero tema è che la violenza sulle donne la fanno gli uomini, ma se loro stessi non se ne preoccupano resterà sempre il problema di una parte. Quindi occorre domandarsi, se non è il caso di cambiare prospettiva e fare concreta autoanalisi superando tanta ignoranza maschile.
Ognuno ha diritto al rispetto del ruolo che ha su questa terra, senza distinzione di sesso, che va valorizzato e non usato e abusato.
Non basta che la politica, il mondo dello spettacolo, i media, i movimenti delle donne siano attivi e coinvolti a promuovere questo cambiamento: devono essere anche gli uomini “comuni” a fare la loro parte.

Chiaramente, è fondamentale far ammettere tutto ciò a questo tipo di uomini. In questo c’è anche una responsabilità dei movimenti femministi che spesso, relegano questa situazione ad una faccenda di sole donne mettendo l’uomo di fronte alla proprie responsabilità non è la soluzione, ma il problema.
Il punto è, che se alla metà della popolazione non interessa il problema della violenza sulle donne, non si va da nessuna parte; bisogna creare delle alleanze.
In questo ragionamento ci sono molti dei mali del nostro tempo: l’individualismo, “il non succederà mai a me, a mia madre, a mia sorella o alla mia compagna”... Si tende al populismo, ai ragionamenti di pancia, all’intolleranza, specie in questi periodi di campagna elettorale.
Si tende a fare di questi argomenti, sterili bandiere politiche, con promesse mai mantenute, inneggiando al solito immigrato voglioso e stupratore da cacciare via dal nostro paese, quale fosse la panacea di tutto i mali.

L'intento è chiaro: il rispetto verso le donne si deve manifestare nella quotidianità, giorno per giorno e soprattutto abbattendo stupidi stereotipi e assurdi retropensieri. "Da uomo a uomo" va detto alle donne "inchiodateci alle nostre responsabilità" e agli uomini va detto di spogliarsi del ruolo triviale che si trovano cucito addosso dalla nascita, per iniziare a essere persone senzienti e rispettose.
La violenza di genere è «soprattutto» un problema degli uomini. E poi sarebbe utile che tutti i maschi prendessero posizione: "Se non sei tu che sei stato violento, se non sei stato tu ad armare le mani dei violenti, sentiti coinvolto e non esserne complice” questo è il messaggio da lanciare in questa ricorrenza.  "Vergognatevi di più..." .

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