martedì 29 dicembre 2015

Nemo propheta in patria

(...) "Ordina il DIVIETO di utilizzo di petardi, botti ed ogni altro prodotto esplodente su tutto il territorio comunale per i giorni 31/12/2015 e 01/01/2016; di vendita di qualsiasi tipo di fuoco pirotecnico ai minori di anni 18" (...) "Sono viceversa consentiti artifici pirotecnici che producono solamente effetti luminosi e quindi non rumorosi od esplodenti" (...) "Le violazioni in materia, perpetrate dai commercianti autorizzati o ambulanti abusivi che commercializzano “declassificati” contraffatti, saranno perseguiti a termine di legge" (...) "Agli Agenti della Polizia Locale e agli altri Agenti della Forza Pubblica è demandato di far osservare la presente Ordinanza" (...)

Questo è il testo dell'ordinanza apparsa ieri sul sito del comune di Sedriano. 
A noi di SdS piace molto che l'amministrazione di Sedriano abbia condiviso - come molti comuni italiani- questa saggia iniziativa. Siamo certi che il sig. Sindaco farà in modo che nelle date indicate (particolarmente nella sera del 31 dicembre) vi sia una certezza di  presidio da parte dei preposti, evitando così il rischio di pericolose infrazioni. 

Detto questo, è ormai prossima la fatidica data del 17/1, giorno dedicato, dal calendario liturgico, a S. Antonio. Parliamo di Sant'Antonio  d'Egitto, del deserto, del fuoco, l'anacoreta, fondatore del monachesimo e primo abate della cristianità. Questo umile Sant'Antonio è contrapposto a quello da Padova, considerato fra i più importanti dottori della Chiesa, festeggiato il 13/6. E' spesso raffigurato con accanto un maiale dal quale l'ordine degli Ospedalieri Antoniani ricavava unguenti per curare le piaghe degli ammalati, contribuendo così all'iconografia ricorrente. E' considerato protettore degli animali domestici e di tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco. Il richiamo al fuoco è da attribuire al racconto popolare che lo vedeva discendere all'inferno per contendere le anime perdute al demonio. Per questa ragione si è diffusa la pratica di accendere in questa data dei fuochi a lui dedicati. 

Queste dunque le origini popolari, ma soprattutto religiose di questa "tradizione" tornata in auge da alcuni lustri, dove la "devozione" ha ceduto il posto a ben più prosaiche manifestazioni che si traducono in pire di assurde dimensioni,  senza alcun controllo sul contenuto delle stesse e che ardono inutilmente per tutta la notte.

Forse è bene ricordare che i fuochi all'aperto, come per i caminetti che non abbiano particolari e certificati requisiti di rendimento termico, sono VIETATI dal 15/10 al 15/4 e, solo una recente Delibera della Giunta Lombarda consente, in deroga a tale divieto, l'accensione (discutibile) dei falò di S'Antonio, in ossequio appunto a questa richiamata tradizione.

Il divieto nasce da precise indicazioni, riportate dal Rapporto annuale sulla qualità dell'aria curato dall'Arpa Regione Lombardia, e che riportiamo fedelmente:
considerando le emissioni di PM10 ripartite per combustibile, si evidenzia come la combustione della legna sia in assoluto la fonte più importante di PM10 primario, maggiore alla somma delle emissioni da motori diesel e delle emissioni non da combustione ( che comprendono una gamma molto ampia di classi, dall'usura dei freni e dei pneumatici, alle attività di cava, agricoltura, ecc). Un analogo contributo lo si ha quindi anche sul PM2.5. 

Per farsi un'idea più precisa riportiamo alcuni dati - citando sempre ARPA Lombardia-  t/anno emesse in ordine decrescente per PM10: legna e similari 10.530, diesel 3.619, olio combustibile 241, metano 200, carbone 156, gasolio 106, benzina verde 96, gas di raffineria 91, kerosene 19, GPL 7,1; non riportiamo per ragioni di spazio le cifre attinenti il PM2.5, che, con variazioni trascurabil, si ripropongono fedelmente in identico modo. 

Lungi dall'impartire lezioni di geografia, crediamo sia nota a tutti l'orogenesi alpina,  responsabile della formazione delle Alpi che abbraccia, proteggendola, l'intera pianura Padana, situazione che determina  scarsa circolazione di aria e formazione di inquinanti al suolo, circostanza riproponentesi ogni anno, specie durante i lunghi mesi invernali. 

Più in dettaglio - dati da Città Metropolitana di Milano Servizi On-line ai cittadini e alle imprese - negli ultimi 14 gg. i valori registrati dalla centralina di Magenta del famigerato PM10 sono compresi da un minimo di 51 del 27/1, conseguente al contenuto traffico dei gg. festivi per eccellenza del 25/26 dicembre ed il valore massimo di 110 del 16/12. Solo nei gg. 25/ e 26  si è rilevato il valore di 50 microgrammi (limite fissato per legge) dunque nelle ultime 14 giornate si è raggiunto il limite in due gg, mentre nei rimanenti  è stato abbondantemente superato, con una media di 77 parti per milione quindi con uno sforamento di oltre il 50% sui valori massimi consentiti.    

Non appare necessario insistere oltre, citando altri "numeri",  per confermare l'acuirsi di una "crisi ambientale" che è solo parzialmente imputabile a circostanze naturali, ed ascrivibile invece, in larga misura,  all'homo sapiens e alle sue attività.

Cosa e come fare per affrontare e risolvere seriamente il problema? Ripensare cambiandolo il sistema produttivo e di mobilità (magari evitando anche inutili varianti), difficile certo da concepire e ancor più da realizzare  se si considera, per esempio, il susseguirsi negli ultimi decenni, di incentivi fiscali a favore della sostituzione delle autovetture private a scapito degli investimenti nel trasporto pubblico, diminuiti nel frattempo, anche in  termini nominali.   

In attesa che si realizzi il necessario cambio di mentalità, abitudini e comportamenti si può cominciare adottando scelte difficili ed impopolari VIETANDO i falò, ma  "nemo propheta in patria" siamo certi non avverrà.     

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