venerdì 26 gennaio 2018

Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo

Cosa hanno prodotto sino ad oggi le celebrazioni del giorno della memoria della SHOAH, che si celebra ogni 27 gennaio? 
È una domanda che nasce spontanea quando assistiamo ad una recrudescenza nostalgica delle simbologie antisemite, razziste e fasciste, nelle piazze, negli stadi, nei siti cimiteriali, sui social, insomma nei nostri luoghi di vita quotidiana. 

Si assiste al fenomeno per cui vengono riproposte ideologie e reminiscenze nazionalsocialiste e ci si dimentica facilmente, delle crudeltà, dell'ignominia, delle dittature fasciste e dell'appiattimento ideologico imposto che questi movimenti politici hanno prodotto nel passato con la forza. 

Solo vuoti di memoria? Noi non lo pensiamo. Buona parte di ciò è sicuramente dovuto alla negligenza dei governi, privi di spina dorsale, che dal '45 ad oggi si sono succeduti e che non hanno garantito che proselitismi di questo livello non avessero più luogo. Abbiamo assistito - specie in questi ultimi anni- a partiti che, per tornaconto, hanno stretto accordi con alcuni nuovi partiti emergenti, che hanno fatto proprie alcune ideologie neo fasciste. Tutto con il beneplacito dei cittadini distratti  e smemorati. 

Le celebrazioni che si svolgono in questa giornata,  specialmente nei luoghi scolastici e in quelli istituzionali, non sono stati sufficienti ad affinare una coscienza è una memoria storica antifascista. Le istituzioni di governo faticano a far rispettare le leggi che vietano l'apologia del fascismo: non va concesso a nessuno di sfilare in camicia nera, con aquile, motti e svastiche disegnati in carattere gotico su vestiti e magliette o - ancor peggio- col braccio teso nel saluto romano. Capita anche di ascoltare continui riferimenti , specie in campagna elettorale, al più detestabile crimine nei confronti dell'umanità: la pulizia etnica. 

Non è cambiato nulla. Ora - oltre agli ebrei- ci sono gli immigrati, i mussulmani, gli omosessuali, le etnie religiose diverse, famiglie che scappano dalle guerre e dalle torture,  persone di "razza" diversa. Si: "razza", come quelle con cui si classificano i cani e gli animali, giusto per sottolineare le diversità in modo dispregiativo. 

La storia dei giorni nostri purtroppo non è materia scolastica e ai nostri figli, che sono dei libri bianchi che si debbono riempire di valori democratici, non si insegna l'importanza della memoria. 

Provate ad interrogare i giovani sul fascismo, le leggi razziali, le deportazioni, sui leader politici di allora. Le risposte saranno gli slogan che hanno letto con ironia su Facebook, condividendo immagini, di cui spesso non conoscono neanche il significato e su cui mettere i "like". Su questi argomenti c'è molta ignoranza e non c'è la consapevolezza  che, queste celebrazioni di estrema destra, non sono bravate folcloristiche, ma vicende di cui si sottovalutano i rischi. Sono espressioni di una cultura antisemita e razzista contro le minoranze. Manifestazioni non più latente ma, anzi, in preoccupante aumento.           

Succede anche che oggi in occasione di manifestazioni, attuate da movimenti politici giovanili, da sindacati, vengano sempre più spesso schierati poliziotti in assetto antisommossa che, guarda caso, entrano sempre in azione con i loro manganelli, pur non palesandosi molto spesso la necessità, ricordano purtroppo brutti momenti in cui la repressione brutale politica e di pensiero, erano la quotidianità.

Una donna coraggiosa, qualche anno fa ha scritto: 
"La nostra voce e quella dei nostri figli, devono servire a non dimenticare e a non accettare con indifferenza e rassegnazione, le rinnovate stragi di innocenti. Bisogna sollevare quel manto di indifferenza che copre il dolore dei martiri! Il mio impegno, in questo senso, è un dovere verso i miei genitori, mio nonno, e tutti i miei zii. È un dovere verso i milioni di ebrei "passati per il camino", gli zingari, figli di mille patrie e di nessuna, i testimoni di geova, gli omosessuali, i rom e verso i mille e mille fiori violentati, calpestati e immolati al vento dell’assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell’universo che il male del mondo ha voluto spegnere….. I giovani liberi devono sapere, dobbiamo aiutarli a capire che tutto ciò che è stato storia, e la storia oggi e si sta paurosamente ripetendo.". 
(Elisa Springer 1918-2004 scrittrice austriaca deportata ad Auschwitz, Bergen Belsen e Terezin - superstite)

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