sabato 25 novembre 2017

25 Novembre: CHI TI AMA TI STIMA E NON TI SMINUISCE

"La Panchina Rossa vuol rappresentare il 'posto occupato' da una donna vittima di femminicidio, segno tangibile collocato in uno spazio pubblico di una assenza nella società, causata dalla violenza. "(Karim Cherif)

FACCIAMO NOI QUELLO CHE LA NOSTRA AMMINISTRAZIONE COMUNALE NON FA.

Questa mattina presso il mercato di Sedriano abbiamo esposto una panchina rossa dedicata a tutte le donne vittime di violenza.

La Giornata venne istituita con la risoluzione 54/134 dell’Onu nel 1999, invitando governi, organizzazioni governative e non governative, media e società civile a sensibilizzare sulla violenza di genere le società. In particolare, è stato scelto il 25 novembre poiché è la data in cui vennero uccise le tre sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 nella Repubblica Dominicana per il loro impegno politico contro l’allora dittatore Trujillo. Tale data è diventata così il simbolo dell’atto d’accusa della società civile nei confronti del fenomeno, purtroppo ancora in crescita, della violenza sulle donne. Iniziative in tutto il mondo celebreranno la Giornata internazionale perché ovunque sono milioni le vittime di aggressioni e soprusi.

Definizione di violenza contro le donne:
"Qualsiasi atto di violenza fondata sul genere che comporti o abbia probabilità di comportare, sofferenze o danni fisici,sessuali o mentali per le donne, incluse minacce  di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria  della libertà, sia che si verifichi nella sfera pubblica che in quella privata."

...Era solo uno schiaffo. Ti amo, non succederà più.
Ma stai zitta, tu non capisci niente.
Dove devi andare tu da sola senza di me?
Da sola non sai fare nulla, per fortuna ci sono io.

Frasi molto comuni dette da partner insicuri di sé che, così, facendo una stretta opera di convincimento, rendono la donna dipendente e fragile.
Chi ti ama ti stima e non ti sminuisce.
Si valuta che una donna su tre nel mondo è stata vittima di violenza: fisica, psicologica o sessuale. 
E in alcuni paesi del mondo il tasso di violenza subita dalle donne si raddoppia rispetto alla media mondiale. Si parla di sette donne su dieci vittime di violenza e di stupro.

Lo stupro non è un incidente. È un crimine contro l'umanità.
È un atto di guerra contro il corpo delle donne.
È un danno permanente dentro l'anima di chi lo subisce.
La memoria di quel danno accompagnerà per tutta la vita chi ne è vittima.
Ogni cenno, ogni parola, ogni rumore ricondurrà a quel dolore, a quella ferita che mai sarà una cicatrice. 
Quel disagio d'essere una "cosa" usata e poi gettata resterà per tutta la vita.
Fa male sapere quanto accaduto a quella donna,  a quella bambina, a quella prostituta a quella trans.
Fa male risentire i dettagli di quelle violenze  nelle denunce delle vittime, buttati in pasto a curiosità e morbosità  e ai commenti di certa stampa spazzatura. È' diventare "trofeo" per possibili speculazioni. Per qualche click in più. Per qualche voto in più. Per vendere qualche copia di giornale in più o riempire di rimedi e giustificazioni programmi televisivi solo per fare audience.
Scandagliare e sbandierare certi dettagli è sono l'amplificazione di quel danno, peggio se nascosto e mai elaborato da parte di chi legge e ascolta da casa, nascosta nel proprio inferno personale.
Strumentalizzarli poi politicamente, è un modo come un altro per mancare di rispetto a quella percentuale di invisibili e silenziose vittime.
È così molte donne non denunciano per paura, per vergogna, per rabbia per ignoranza o lo fanno dopo anni, quando hanno digerito un po' l'orco che le ha spezzate.
La Giustizia deve però fare, come fa, il suo corso e non deve ammettere sconti.

Per il resto, se non si educa abbastanza al rispetto, se non si lavora a 360 gradi per il contrasto alla violenza di ogni genere, salvo farne un caso come in questi giorni e trattarlo come emergenza, per accanirsi contro il nemico di turno, perché il problema è strutturale e tutto sarà inutile e fallimentare. La violenza è un problema culturale ed una responsabilità sociale. Ma occorre sapersene occupare e occorre che le donne stesse escano allo scoperto e combattano in prima persona questa discriminazione, anche solo ricordando questa giornata coinvolgendo anche gli uomini.
Spesso le donne stesse dicono: "tanto non cambierà niente" " è uno spreco di tempo"  "cosa serve, manifestare, fare presidi, volantinare?" 

Serve allora capire che l'empatia,  la sopportazione e la dolcezza sono tratti femminili che a volte occorre mettere da parte per essere più forti e determinate, affinché si possa cambiare qualcosa, come nel passato hanno fatto le nostre nonne e bisnonne per ottenere i diritti che oggi abbiamo.

Finché non abbatteremo gli stereotipi tipici dell'educazione femminile  non riusciremo mai ad essere davvero libere.

Perché anche questa foto fa male?

Qualcuno vedrà ciabatte dimenticate sulla spiaggia.
Qualcun'altra vedrà quello che è. 
E farà male.
Qualcun'altra invece sentirà l'orrore di quel che ha subito sulla sua pelle nell'infinito tempo in cui tutto le è accaduto. 
E sarà insopportabile.





PS: Il presidio di questa mattina al mercato comunale di Sedriano

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