mercoledì 8 ottobre 2014

Jobs act : la grande porcata di Renzi

Care e cari, provate a pensare solo per un momento, se quello che sta facendo Renzi lo avesse fatto Berlusconi ? Si sarebbe scatenato l’inferno ! Manifestazioni, scioperi, proteste, interviste dei parlamentari del PD, ecc. Invece oggi assistiamo ad un silenzio alquanto imbarazzante. 
Sindacati confederali (FIOM esclusa) come al solito timidi e complici, deputati del PD che si arrampicano sugli specchi, difendendo ciò che fino all’altro ieri attaccavano solo per opportunismo politico.  
Questa è la dimostrazione che questi personaggi puntano solo alla poltrona ed al potere. La loro idea varia ad ogni cambiamento di vento o del “cavallo”.  
I PD locali (belle le giravolte sedrianesi alle primarie) non sfuggono alla regola: una vergogna.
La maggior parte delle persone che nel 2013 votò Bersani & C. non voleva né l’inciucio con Verdini, né il governo con Berlusconi e tantomeno la cancellazione dei diritti del lavoro o altre porcate simili.
Come al solito il voto dei cittadini è stato calpestato e hanno fatto ciò che volevano. Poi, un bel giorno, arriva il giovanotto fiorentino e dà una sterzata a destra alla già imbarazzante ed ambigua politica democristiana del PD. 
Forte di quel 40 % (e oltre) ottenuto alle Europee a furia di slogan che oggi vanno nel senso opposto alla linea governativa che sta portando avanti.
Inutile dire "ve lo avevamo detto” … 

Cerchiamo di entrare nel merito di quello che sta accadendo.  
Si propone nuovamente di cancellare l’articolo 18, già svuotato di molti contenuti dalla riforma Fornero. L’articolo 18, si applica in tutte le aziende, con la differenza che per quelle sotto i 15 dipendenti non prevede il reintegro del dipendente licenziato senza giusta causa: ha sempre funzionato da deterrente. Pochi casi arrivavano al reintegro, infatti si parla più o meno di 250 episodi l’anno, su scala nazionale, pari allo 0,01%. Nella quasi totalità delle situazioni di questo tipo si raggiunge un accordo tra azienda e lavoratore. 
Quindi la sua funzione era - ed è - quella di impedire l’anarchia più completa, dando al lavoratore le giuste garanzie. Questo non significa che fino ad oggi non si poteva licenziare. I licenziamenti per giusta causa o quelli collettivi (con l’avvallo dei sindacati) sono sempre esistiti. 
Adesso provate a riflettere tutti su cosa significherebbe fare venir meno di questa garanzia ? Semplicemente renderebbe il lavoratore ricattabile … e non solo. Significa che salterebbero tutte le tutele e ad ogni minima richiesta - anche ingiusta- il lavoratore non potrà dire di no: "devi portare tuo figlio dal dottore ? Non se ne parla..." 
Poi ci sono i soliti pensieri qualunquisti del tipo "se uno è un fannullone è giusto che possa essere licenziato”. Probabilmente - aggiungiamo noi -  dovrebbe anche essere provato che sia un fannullone (e qui entra la giusta causa) altrimenti si entra in una giungla, un sistema “soggettivo” senza garanzie, dove l’opinione di qualcuno diventa legge senza passare da un giudice. Ed è quello che vogliono fare oggi.
A questo punto facciamo una domanda per far capire bene la funzione dell’articolo 18, sfidando i vari garantisti “ad personam” anche sedrianesi) : è meglio un innocente dentro o un colpevole fuori ?
E poi basta con la solita frase idiota del tipo“non tutti i lavoratori hanno gli stessi diritti”, “ci sono lavoratori di serie A e di serie B”. 
Verissimo, ma per questo,  basterebbe estendere i diritti a tutti, come si farebbe in un paese democratico e non invece eliminarli a tutti facendo diventare tutti i lavoratori di serie C ! 

Ma qual è il vero obbiettivo dell’abrogazione dell’articolo 18 ? Semplicemente quello di abbassare i salari, come richiesto dalla BCE, TROIKA e compagnia andante. È quello che sta avvenendo in Grecia dove un lavoratore su tre ormai percepisce un salario di trecento euro al mese. Come al solito, in Italia l’informazione è manipolata e sottomessa al potente di turno e ai poteri forti. Tutto il discorso della riforma è focalizzato sull’articolo 18, ma la porcata di Renzi mira a svuotare ed eliminare tutto lo statuto dei lavoratori. 
Si vuole riscrivere l’articolo 4 “E' vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori …” e l'articolo 13 che tutela il lavoratore contro il demansionamento. 
È evidente che toccando questi tre articoli, crolla tutto, e la diretta conseguenza è l’abbassamento del salario. 
L’abrogazione dell’articolo 18 rende ricattabili i lavoratori.  L'art. 13 dà la possibilità all’azienda di abbassare il livello sindacale (qualifica, mansione, ecc.) con la conseguente riduzione dello stipendio; l'art. 4 dà la possibilità di controllare il lavoratore (vigilantes, impianti audiovisivi, ecc.): un po’ come il grande fratello, come il padrone con gli schiavi … 
In poche parole deregolamentazione o deregolazione … Niente di cui stare tranquilli.

Arriviamo al “fantastico” contratto a tutele crescenti, altra grandissima porcata di Renzi, che in soldoni significa: più sei giovane meno tutele hai ! 
E’ discriminatorio e per questo incostituzionale, poiché va contro l’articolo 3 della costituzione "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge" (...)". Inoltre "la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini" (...)".
Ecco, "pari dignità" e "rimozione degli ostacoli". Esattamente il contrario di ciò che il governo Renzi sta prospettando. 

Chiudiamo con la classica foglia di fico del TFR in busta paga. Su questo tema c’è sempre stata una discussione anche all’interno del vecchio Partito Comunista, ma all’epoca aveva un senso. Si arrivava da una lotta che aveva portato la nascita dello Statuto dei Lavoratori. Oggi con questa riforma porcata, no. 
Perché Renzi lo vuole inserire in busta paga ? Perché si è accorto che gli 80 euro sono stati un flop (oltretutto, perché questo pseudo bonus si ferma al 31 dicembre 2014 per mancanza di coperture).Quindi, nasce la necessità di inserire “qualcosa” per far vedere che i salari aumentano. Peccato che quel “qualcosa” non sia un bonus, ma sia già di proprietà del lavoratore. Altro specchietto per le allodole. 
Ma soprattutto che effetti collaterali può portare questa scelta ?
Intanto, a chi è vicino alla soglia dei 24/26 mila euro, farà saltare il bonus, poi abbassa le detrazioni (lavoro dipendente, figli a carico, assegni nucleo) oltre che alzare le aliquote di tassazione.
Il TFR (trattamento di fine rapporto) equivale a circa una mensilità all’anno del lavoratore che l’azienda accantona . Dopo la brutta riforma del 2007 (governo di centro sinistra), per le aziende sopra i 50 dipendenti, il TFR - in base alla scelta del lavoratore- va all’INPS o al fondo. Per le aziende sotto tale soglia la scelta oltre al fondo può essere fatta all’azienda stessa. Ogni anno l’azienda applica una rivalutazione sul TFR, una specie di interesse che si accumula a favore del lavoratore. Con questa riforma le aziende avrebbero il vantaggio di non pagare più la rivalutazione, ma ci guadagnerebbero solo quello grandi (sopra i 50 dip.) perché le piccole (che in Italia sono la maggioranza) rischierebbero di andare in crisi. Verrebbe a mancare una certa, consistente liquidità.
Per il dipendente è vero che quei soldi li prenderebbe subito, ma è anche vero che qualora venisse licenziato non avrebbe nemmeno più la liquidazione. 

Siamo all’atto finale. Se questa riforma passa, i sindacati non avrebbero più ragione di esistere (anche se i confederali hanno molte colpe), i diritti dei lavoratori sarebbero annullati (nel Jobs act è scritto anche che la difesa dei lavoratori passerebbe agli avvocati dell’azienda …), i salari sensibilmente diminuiti: i ragazzi resterebbero precari a vita … peggio della Grecia. 
Un disastro in tutti i sensi. Ci aspetta un inverno caldo, caldissimo. E vale la pena lottare e resistere. Non solo per noi ma soprattutto per i nostri figli.

Ps. Ecco alcune date milanesi :
8 Ottobre Sciopero FIOM – ore 9,30 piazzale Lotto
8 Ottobre USB e CUB – dalle ore 9 alle ore 16 Piazza Stefano Türr
24 Ottobre Sciopero generale USB

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