lunedì 29 luglio 2013

Happy days

Settegiorni, venerdì 21 giugno : “E’ arrivata nei giorni scorsi la notizia della chiusura delle indagini a carico del sindaco Alfredo Celeste, accusato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra mafia e politica. Ora, entro la prima metà di luglio, è atteso il responso: si saprà cioè se il pm lo proscioglierà o passerà il caso al gup, che poi deciderà se rinviare a giudizio o no il primo cittadino.” Siamo ormai a fine luglio, Celeste sicuramente sa gli sviluppi, ma non lo sanno i suoi cittadini che lo dovrebbero sapere, in quanto (purtroppo), lui copre ancora la carica di sindaco. 

Settegiorni,venerdì 28 giugno : “E’ stato rinviato al prossimo 28 settembre l’incontro sul tema della ‘ndrangheta inizialmente previsto per stasera, venerdì 28 giugno (…)” (Ri)Bufala mai smentita da Celeste. 

Settegiorni, venerdì 12 luglio : “La commissione prefettizia resta in comune per altri tre mesi ? La notizia, al momento è ufficiosa, ma sembrerebbe che il prefetto che il Prefetto abbia deciso di prorogare i lavori dei commissari a Sedriano fin dopo l’estate. La conferma ufficiale è attesa a ore. “ E anche su questo lui sa ma i sedrianesi no.

Infatti come dice sempre il caro Alfrè, questa amministrazione è trasparente e cristallina …

3 commenti:

  1. L'"Avviso all'indagato della conclusione delle indagini preliminari", (v. Art. 415 bis c.p.p.) non è altro che espressione di una delle garanzie che la legge riserva all'indagato che sta per diventare imputato e serve, oltre che a rendergli noto che un Pubblico Ministero sta per esercitare l'azione penale nei suoi confronti, anche, e soprattutto, a permettergli di preparare la propria difesa prima dell'inizio del processo, e ad avanzare eventualmente alcune richieste al P.M. stesso per indurlo a ripensarci, ovvero indurlo a modificare l'ipotesi di reato.

    Leggendo l'Art. 415 bis c.p.p., infatti, si evince chiaramente che l'indagato, ed ovviamente il suo difensore, ha diritto di prendere visione ed estrarre copia di tutti gli atti del fascicolo del P.M. nonché, entro il breve termine di venti giorni dalla notifica dell'avviso, il diritto di presentare memorie, produrre documenti, depositare le investigazioni difensive, chiedere al PM atti di indagine, presentarsi per rilasciare dichiarazioni o, infine, chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio (solo per quest'ultima richiesta il PM è obbligato a procedere).

    Come si vede, dunque, di fatto con l'avviso della conclusione delle indagini preliminari si anticipa il momento in cui le parti necessarie del processo penale (cioè accusa e difesa) entrano in contraddittorio.

    Questa garanzia dell'indagato è fondamentale: egli, infatti, esercitando i suoi diritti, può eventualmente far cambiare opinione al PM e convincerlo a chiedere l'archiviazione degli atti. A dimostrazione della importanza dell'avviso ex Art. 415 bis c.p.p., basti considerare che la richiesta di rinvio a giudizio ed il decreto di citazione a giudizio sono nulli se non sono preceduti dall'avviso in parola (cfr. rispettivamente Art. 416, 1 co., ed Art. 552, 2 co., c.p.p.).

    Saluti
    Mirco

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  2. Mirco Mirco........
    Ho letto e riletto la tua "nota informativa"....... e mi scappa una domanda: quindi ??
    Cosa vuoi fare intendere ? Dove vuoi parare ?
    Fai il bravo, caro Mirco e attendi le notizie dell'inizio di Ottobre. Poi ci rispiegherai tutto. ;-)

    Efrem.

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  3. Da "Il Sole 24 ore" del 5/8/2013
    Il malaffare e la cultura delle «spallucce» di Lionello mancini

    «Applica a Celeste Alfredo, nato a Fasano (Br) il 7.4.1953, la misura cautelare degli arresti domiciliari presso l'abitazione di sua residenza, sita in Sedriano (Mi) disponendo che lo stesso sia accompagnato a mezzo scorta presso il suindicato domicilio. Prescrive all'indagato di non allontanarsi dalla suddetta abitazione.

    Delega per i necessari controlli la stazione dei CC territorialmente competente in relazione al luogo degli arresti». Lo scorso 26 settembre, un Gip milanese firmava queste severe disposizioni, che di lì a pochi giorni sarebbero state eseguite con clamore e sconcerto in quella stessa retata che avrebbe portato in carcere l'assessore regionale Zambetti, 'ndranghetisti professionisti di varie discipline.
    Perché, allora, soffermarsi su dei "banali" domiciliari per una "modesta" accusa di corruzione? Perché Celeste, di professione insegnante di religone, non è un semplice residente del paesino del Milanese: ne è il sindaco. Dal 1988, dopo essere stato vicensindaco, assessore ai Lavori pubblici, consigliere comunale (dal 1985), coordinatore cittadino del Pdl e oggi vicecoordinatore vicario provinciale del partito di Milano. Dopo il tonfo giudiziario di ottobre, dovuto ai sui rapporti poco limpidi con faccendieri e presunti boss, alcuni sedrianesi gli avevano pubblicamente chiesto di dimettersi.
    Certo, da settimane una commissione prefettizia sta valutando se non sia il caso di affidare per un po' Sedriano allo Stato, sostituendo il sindaco con un commissario; né è escluso che, in attesa della Cassazione, la magistratura provveda per altre vie a sterilizzare i delicati snodi del potere locale, non ancora al sicuro.
    Al di là dello specifico caso giudiziario (e magari di coscienza), il punto rimane uno: nel nostro Paese le uniche partite che si giocano sono quelle codice penale alla mano.
    In un Paese ancora vivo, non ipnotizzato dalle sirene dell'illegalità, un amministratore arrestato per corruzione sente il dovere di lasciare immediatamente ogni incarico per non trascinare in Tribunale anche ciò che rappresenta grazie ai voti ricevuti. Proprio così vanno le cose alle latitudini in cui le istituzioni - come la politica e l'economia da essa generata - sono questioni estremamente serie, rispettate, sorvegliate e ben manutenute. In Italia no. In Italia sembra valere la sola sanzione penale: ma se questa non arriva o finché non arriva, tutto resta come prima, gli ambiti partitici, associativi, amministrativi, professionali, non si assumono alcuna responsabilità, continuano a tenersi in pancia persone discutibili, discusse, indagate, arrestate, condannate, omertose, colluse, ammiccanti, servizievoli con chi non dovrebbero. Tanto, se l'ammiccamento non è reato, non violano nessuna legge…
    L'Italia ha bisogno di previsioni di legge specifiche e dettagliate per ognuno dei multiformi profili che assumono le pastette tra il potere e i criminali, fino all'impazzimento mediatico-politico che impone l'"ex" a un ministro per faccende di Imu e fa spallucce davanti a un sindaco indagato, anche se le sue debolezze (o peggio) lambiscono la sua funzione, le sue prerogative, l'immagine stessa dello Stato.

    http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-08-05/malaffare-cultura-spallucce-064048.shtml?uuid=AbBbBNKI

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