giovedì 13 novembre 2014

Tutto quello che il convento non passa ... La consapevolezza delle scelte

Qualche sera fa guardando il telegiornale siamo rimasti particolarmente colpiti da due notizie. La prima, riguardava il concorso per otto posti da netturbino tra Legnano e Magenta, in oltre mille si sono presentati arrivando da ogni parte d’Italia con la speranza negli occhi e nelle loro voci. Parlavano dello stipendio fisso di 1200 euro al mese come un miraggio, un sogno ormai difficilissimo da realizzare. Non era così importante di che lavoro si trattasse, la cosa fondamentale era il posto fisso, lo stipendio sicuro. Erano persone di ogni età, giovani, diplomati e anche laureati, quarantenni e cinquantenni con già alle spalle trent’anni di lavoro in fabbrica o in aziende che non esistono più. Disposti a fare qualsiasi cosa (sia ben chiaro, che il netturbino è un lavoro di tutto rispetto), costretti ad abbandonare esperienza, in qualche caso talento o professionalità acquisita nel tempo e con fatica, con dedizione, gavetta vissuta. Tutto cancellato. Devi mettere da parte tutto, non ha importanza che effetto avrà sulla tua vita. Quando hai una famiglia da mantenere devi essere disposto solo al sacrificio, non puoi scegliere.

La seconda notizia, riguardava la scoperta dopo una segnalazione; un dormitorio abusivo non lontano dal confine svizzero, dove operai muratori e carpentieri dormivano, dopo lunghe e faticose giornate di lavoro svolto in Svizzera. Non si parlava di lavoro sottopagato, anzi questa volta ben retribuito; ma nemmeno sicuro nel tempo, almeno non sufficiente per trasferirsi con tutta la famiglia dal sud o da altre parti d’Italia. Per risparmiare, e riuscire a portare a casa più soldi possibili, la scelta diventa quella di allestire un dormitorio all’interno di un capannone abbandonato con qualche materasso sistemato alla bella e meglio, servizi igienici inesistenti, stufette improvvisate, sporcizia e degrado ovunque. I carabinieri al loro arrivo sono rimasti allibiti dicendo: “…nemmeno gli animali potrebbero vivere così!”. 

Il lavoro dovrebbe dartela la dignità non togliertela. Purtroppo da molto di tempo assistiamo a una continua e sistematica “demolizione della dignità” delle persone. Sta venendo a mancare la scelta; la possibilità di un nuovo lavoro, perché se non lo hai devi prendere quello che c’è, e se ce l’hai devi tenertelo stretto, anche se vivi in un inferno e vorresti cambiare.

Domandiamoci dunque; una società fatta di persone insoddisfatte, arrabbiate, frustrate a cosa può portare? E’ questa la società del futuro? L’aspetto psicologico di questa crisi, che ormai dura da molti anni, non è preso in considerazione perché passa in secondo piano (se non in ultimo). Le conseguenze sono pesanti e si vedono: rabbia che sfocia nella violenza, sopraffazione, razzismo, mera possessività.

E le giovani generazioni che esempio hanno? Che cosa siamo in grado di trasmettere loro? Quali messaggi passano all’interno delle famiglie? Sono davvero aiutati a scegliere la strada più consona, quella migliore, seguendo sogni e predisposizioni?

La “dignità” dei nostri tempi è l’abitudine ad accontentarsi, d’altra parte quella di ottenere risultati a qualsiasi costo. Queste “verità” non porteranno a nulla di buono, se non per pochi! È in atto un processo di omologazione e rassegnazione per cancellare le nostre identità e differenze. In nome della “speranza” questo è l’unico rifugio a noi concesso e che ci rende allo stesso tempo docili e indifferenti. La nostra regola diventa la “consolazione” che tutto questo possa cambiare, senza prendere una posizione, senza fare delle scelte o senza poter dire veramente: NO! E condurre così, “vite di quieta disperazione”.

Non si tratta di “combattere contro i mulini a vento”, né tanto meno, di anticonformismo a tutti i costi. Prendere coscienza è ormai un obbligo, se non vogliamo renderci in qualche modo “complici” di questo “sistema barbarico”. La vita che comunemente consideriamo di successo è soltanto un tipo di vita. Perché dovremmo adottare solo questo modello a spese di tutti gli altri? Dobbiamo imparare a risvegliarci e a tenerci svegli. 

Il modo di cambiare esiste, e quando scegli, fallo con saggezza, perché potresti ottenere quello che chiedi.



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